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Un caso esemplificativo di perfetta simbiosi industriale è sicuramente quello di Kalundborg, in Danimarca, dove è stato implementato un sistema industriale che opera secondo una rete di scambi di materie seconde, scarti di produzione e forme di energia residue che incrementano l’efficienza dei singoli processi produttivi riducendo contemporaneamente i costi di produzione e l’impatto ambientale.
I principali protagonisti di questo esempio di efficienza sono:
Tra le aziende che compongono il complesso industriale avvengono numerose interazioni: i prodotti di output di un processo diventano parte o addirittura tutti gli input per un altro. Ad esempio, la centrale termoelettrica scambia con la raffineria vapore ad elevato contributo entalpico adempiendo al 40% del fabbisogno e ricevendo in cambio gas di scarico del processo di raffinazione utilizzato dalla centrale per il sostentamento dei forni.
L’energia termica in eccesso dai processi di produzione di energia elettrica si ridistribuisce anch’essa tra gli impianti di riscaldamento domestici della vicina città, serre e ai vicini allevamenti di pesci. Questo ha permetto alla municipalità di Kalundborg di fare a meno di 3500 impianti di riscaldamento domestici ad olio combustibile.
La centrale ha inoltre installato un depuratore dei fumi tramite il quale ricava 85 tonnellate l’anno di solfato di calcio che cede successivamente alla Gyproc. Quest’ultima ha installato, da parte sua, un serbatoio di butano utile per Statoil in caso di manutenzione dei propri impianti.
Novonordik allo stesso tempo distribuisce fanghi e altri scarti derivanti dalla produzione di bicomponenti ad alto contenuto di nutriente alle fattorie e imprese agricole come fertilizzante evitando così di dover provvedere ai costi di smaltimento.
Gran parte delle aziende infine condividono l’impianto di approvvigionamento e trattamento dell’acqua.
Le ceneri e i residui della combustione generate sempre dalla centrale nel processo di combustione vengono invece cedute ad un cementificio per la produzione di strade e cemento.
Questo ecosistema industriale ha,così facendo, ridotto significativamente emissioni e rifiuti permettendo contemporaneamente di generare utili. I dati dalla stessa Sybiosis Institute, ogni anno, confermano che grazie alla cooperazione interindustriale di Kalundborg si recuperano:
-3.9 mln di metri cubi di acqua (tra acqua di superficie e falde acquifere)
– 20,000 tonnellate di zolfo liquido da utilizzare come fertilizzante
– 64,460 tonnellate di CO2
-53 tonnellate di SO2
-89 tonnellate di Nox
-Gesso 170,000 Tonnellate
Esistono infine benefici non quantificabili né tantomeno monetizzabili quali ad esempio la tutela della regione da punto di vista paesaggistico, cultura della tutela dell’ambiente, sensibilizzazione della cittadinanza ai temi dell’efficienza energetica e il sostegno al tessuto industriale locale.
Articolo a cura di Corrado CAMINITI
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