La General Electric GE, è una delle compagnie che ha fondato l’Industrial Internet Consortium, per accelerare lo sviluppo di macchine e dispositivi interconnesse tra loro. Grazie a questo, nel 2014 GE ha progettato un modello di turbina con un’efficienza da record mondiale. A detta di vari esperti, il cosiddetto Industrial Internet of Things (I-IoT), ha segnato l’inizio della Terza Rivoluzione Industriale.
L’idea concettuale dell’Industrial Internet, come spiegano Peter C. Evans e Marco Annunziata nel report “Imagination at work” di GE, si basa su tre elementi che insieme racchiudono la sua essenza:
La combinazione di questi tre elementi da libero spazio all’innovazione digitale altro cardine dell’Industrial IoT, e allo smart manufacturing, tradotto in Industria 4.0.
Dopo aver definito in breve la concezione di Industrial Internet, GE ha voluto anche dare una propria interpretazione di come questa nuova era si sia sviluppata e imposta fino in età contemporanea. Secondo GE infatti, l’innovazione va di pari passo con il tempo, seguendo tre ondate. Inizialmente la prima Rivoluzione Industriale creò macchine e industrie che avrebbero alimentato l’economia di scala e di scopo. Questa viene registrata come la prima ondata. In seguito, con la Rivoluzione di Internet si è diffusa la potenza di calcolo e la crescita di networks di informazione distribuita. Infine, con l’ultima ondata, si è raggiunta l’Industrial Internet, ovvero un’analisi basata su macchine automatizzate che possono predire comportamenti e modellarli tramite una profonda esperienza che costruisce le proprie fondamenta sulla fisica.
Nel Febbraio del 2013, GE annunciò la turbina 2.5-120, la turbina eolica con il record mondiale di efficienza di output, ma soprattutto la prima ad essere brillante. La forza di questo modello è la combinazione di rendimento e potenza prodotta ottimali, a basse velocità del vento. Rispetto alle altre turbine di GE si riesce ad aumentare del 25% l’efficienza e del 15% l’output di potenza. Per aumentare la produzione in aree poco ventilate, il controllo di ultima generazione permette un rotore di 120 metri di diametro, la torre con un’altezza da terra fino a 139 metri. Ma veniamo al punto, la turbina in questione è la prima ad utilizzare l’Industrial Internet. Questa nuova tecnologia riesce ad analizzare decine di migliaia di dati ogni secondo. In questo modo è possibile integrare lo stoccaggio di energia e gli avanzati algoritmi predittivi.
L’interconnessione della macchina con quelle vicine, con tecnici e con clienti è un vantaggio da non sottovalutare in termini di gestione dei servizi. Tuttavia, nel caso della turbina GE appena descritta, l’industrial Internet da la possibilità di abbattere, almeno
in parte, la barriera della non programmabilità delle energie rinnovabili. Infatti la 2.5-120 è la prima turbina eolica che riesce a equilibrare l’intermittenza del vento, generando una potenza costante al di là di quella che è la velocità del vento in quel momento. Questo nuovo dispositivo fa in modo di aumentare gli output di GE, e migliora i servizi di produttività. Inoltre, esso crea, senza alcun dubbio, ulteriori siti di installazione per wind farm, precedentemente non idonei a causa della scarsa ventilazione.
Come spiega anche Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano – “ l’Industrial IoT rappresenta una delle sei tecnologie alla base della cosiddetta Industria 4.0 (anche nota come Smart Manufacturing). Secondo tale principio infatti, che trova collocazione all’interno di una più ampia Quarta Rivoluzione Industriale, le tecnologie digitali come i dispositivi IoT, sensoristica, cloud, machine learning, robotica collaborativa, stampa 3D, sarebbero in grado di aumentare l’efficienza e il valore di produzione stimolando interconnessione e cooperazione tra tutte le risorse interne.”
Nel quadriennio 2017-2020 il PNI 4.0 prevede investimenti in ricerca e sviluppo e incentivi fiscali per imprese che investiranno nella Rivoluzione Industriale 4.0. Alle imprese italiane vengono dati mezzi più che sufficienti per intraprendere i primi passi verso uno “scenario competitivo profondamente evoluto”. Da una parte si esalta il Made in Italy e dall’altra si eleva la competitività verso “nuovi standard di reattività e innovatività dei processi.”
Articolo a cura di Marco MASETTI
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