Ad oggi le biomasse hanno sempre creato non pochi problemi agli sviluppatori di tecnologie per lo sfruttamento della loro energia. Queste, quali rifiuti o sostanze di scarto dalle precedenti lavorazioni, hanno però sempre attratto sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista ambientale. L’Università di Udine ha quindi deciso di investire nella ricerca per nuove forme di trattamento dei rifiuti ambientali, giungendo ad una soluzione definitiva agli inizi del 2020.
L’esperienza nella gestione de rifiuti ha scosso l’opinione degli esperti, portandoli ad investire tempo e risorse nella loro analisi. Ma innanzitutto, cosa sono? Con il termine “biomassa” si intendono diversi materiali, tutti di origine biologica. La loro origine deriva principalmente da scarti di attività agricole. Questi potranno essere poi trattati e/o bruciati per ricavarne combustibili o direttamente energia elettrica e termica.
Le biomasse comprendono:
Ma non è finita qui. Sono comprese anche piante specificamente coltivate per la produzione di energia e rifiuti organici urbani. Esistono diversi modi per sfruttarle, partendo dalla loro combustione diretta (legna da ardere) fino al loro trattamento per migliorarne le caratteristiche termodinamiche (HV).
Lo “Specchio Lineare” o “Linear Mirror”, il sistema inventato dai ricercatori dell’Università di Udine per lo sfruttamento dell’energia solare e successiva pirolisi delle biomasse, è pronto. Il brevetto è una boccata d’aria fresca per gli esperti del settore e per tutti coloro che si definiscono appassionati della materia. Si può definire una novità assoluta, in quanto non assomiglia a niente di quello visto fino ad oggi.
L’energia solare e quella da biomassa presentano importanti limiti. Combinandoli, queste limitazioni possono essere superate: l’unione di biomassa di scarto con energia solare è un modo per immagazzinare energia solare per lunghi periodi di tempo ed evita l’uso di alberi per la produzione di energia.
Il sistema è in grado di produrre una quantità di energia quasi tre volte superiore rispetto ad un impianto solare classico di pari dimensioni e costo. Inoltre, convoglia al suo interno due obiettivi: produrre elettricità e fornire calore.
L’impianto del Linear Mirror è un insieme di specchi piani in alluminio, che può andare 20 a 50, montati su un particolare sistema di assi e leve che inclinano gli specchi in modo da catturare i raggi solari durante tutto l’arco della giornata su un’unica superficie ricevente. Lo Specchio Lineare, convogliando i raggi solari su un collettore, può riscaldare l’acqua fino a circa 100 gradi anche in inverno e fluidi termovettori fino a temperature superiori ai 200 gradi. L’impianto può essere adattato a varie richieste energetiche e produrre da 4 a 8 kW. La macchina può essere installata su terreno o su qualsiasi superficie architettonica piana (tetti di abitazioni, attività commerciali, capannoni).
«Lo Specchio Lineare – spiega Hans Grassmann, ricercatore dell’ateneo di Udine – rende disponibile, a un costo accessibile, una fonte di energia pulita, efficiente, adatta a diverse applicazioni, di facile integrazione con gli impianti preesistenti (riscaldamento e impianti elettrici), e con un rapido ritorno dell’investimento. L’obiettivo degli “Specchi Lineari” è offrire a famiglie e imprese la possibilità di utilizzare fonti rinnovabili senza affrontare un pesante investimento come quello richiesto per le tecnologie solari attuali».
A fronte di tutta la trattazione, non resta che seguire attentamente gli sviluppi di questa interessante novità.
Articolo a cura di Simone CATALDO
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