Da pochi giorni il via ai lavori per la costruzione della nuova centrale idroelettrica sulla Dora Riparia. I lavori per il nuovo impianto, in Lungo Dora Colletta tra i ponti Emanuele Filiberto e Washington dovrebbero terminare, da programma, entro la primavera del 2021. La nuova centrale avrà una producibilità elettrica annua di circa 2400 MWh l’anno, pari al fabbisogno medio annuale di 800 famiglie.
Il progetto della centrale idroelettrica sulla Dora è stato elaborato dallo Studio Rosso Ingegneri Associati. Non è però la prima centrale idroelettrica sulla Dora: nel 2017 lo studio di progettazione si è occupato su una centrale all’altezza del Regio Parco. Il progetto della nuova centrale si basa sul modello di quella del 2017. Nel seguito ne parleremo dettagliatamente.
Come detto precedentemente, la centrale sorgerà nel tratto compreso tra i ponti Emanuele Filiberto e Washington. Nella figura il tratto rosso rappresenta la zona di interesse.
Il progetto prevede la realizzazione di uno sbarramento che sfrutterà un salto nominale di 2.40 metri (come per la centrale del Regio Parco) per produrre 2400 MWh/anno di energia. Di seguito è mostrata la sezione dell’impianto della centrale del Regio Parco, sul cui modello si base la nuova centrale idroelettrica sulla Dora. La presa della centrale è localizzata a monte dello sbarramento e lo scarico immediatamente a valle. Sulla destra della traversa sono stati ricavati un passaggio per l’ittiofauna e un condotto sghiaiatore. A valle della traversa si è prolungato il corazzamento del fondo con massi ciclopici per limitare i fenomeni erosivi estendendolo al fondo dello sbocco del canale di scarico e della scala di risalita dei pesci. La nuova centrale sulla Dora, come quella del Regio Parco, sarà dotata di una turbina Kaplan a bulbo di potenza nominale di 248,6 kW e massima di 450 kW.
Oltre a produrre energia rinnovabile, la nuova centrale idroelettrica sulla Dora ridurrà i rischi di esondazione. Questo perché uno sbarramento gonfiabile, come un gommone, verrà installato lungo la soglia più bassa. Esso determina l’incremento dei livelli in condizioni ordinarie; quando si verifica la piena lo sbarramento viene sgonfiato, migliorando così il deflusso delle acque.
In figura è mostrato un esempio di questo tipo di sistema. Gli sbarramenti in tessuto gommato sono sistemi di sbarramento delle acque che possono essere facilmente azionate manualmente e/o automaticamente. La particolarità di questi sistemi consiste essenzialmente nel poter lasciar passare le piene senza alcun rischio di danni alle strutture e all’ambiente circostante.Essi possono rimanere nascosti al di sotto del pelo libero di bacino con il notevole vantaggio di non costituire motivo di impatto ambientale negativo.
In caso di piene i sistemi si sgonfiano e si abbassano lentamente, restituendo all’alveo l’intera sezione, fino a quando il pericolo di piena non sia completamente rientrato. Il tessuto gommato di cui sono costituite è ad altissima resistenza, protetto da un rivestimento polimerico che gli conferisce le opportune caratteristiche di impermeabilità e resistenza alle condizioni climatiche, senza nessun rilascio di sostanze inquinanti in acqua.
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