Quello che gli anelli degli alberi dicono sul clima
Sappiamo tutti che l’età degli alberi dipende dal numero degli anelli del loro tronco (processo noto come dendrocronologia). In realtà, gli anelli di un albero rappresentano un’indice delle condizioni climatiche che si susseguono anno dopo anno. Nell’ultima edizione dell’Atlante di siccità sudamericano (SADA) sono stati raccolti 600 anni di dati. Cosa emerge? Che le prime anomalie climatiche si sono verificate a metà del XX secolo.
Il SADA raccoglie dati storici di anelli di alberi e stime sull’umidità del suolo basate su misurazioni strumentali. L’atlante mette in risalto che la frequenza di estremi e diffusi eventi di siccità, e di forti alluvioni dagli anni ’60 non hanno precedenti. La causa di tutto? L’aumento delle emissioni di gas serra.
Gli anelli di 286 alberi
Nello studio pubblicato in PNAS, una rete cronologica di 286 alberi è stata utilizzata per la ricostruzione storica. Come mostrato in figura, l’analisi parte da campioni del 1300-1400. La rete dei 286 alberi è stata combinata ad un dataset di Indice di gravità della siccità auto-calibrato di Palmer (sc-PDSI), da cui si ricava l’atlante della siccità sud americano.
L’indice di gravità della siccità di Palmer
L’indice auto-calibrato sc-PDSI calibra automaticamente il comportamento dell’indice PDSI in qualsiasi posizione sostituendo le costanti empiriche nel calcolo dell’indice con valori calcolati dinamicamente. Esso ha come dati di input temperatura mensile e precipitazioni. È possibile utilizzare le informazioni sulla capacità di trattenere l’acqua dei suoli. È richiesta una registrazione in serie completa dei dati di temperatura e precipitazioni. Uno dei suoi punti di forza risiede nell’individuare ciò che sta accadendo in ciascun sito e consente confronti più accurati tra le regioni. È possibile calcolare diverse fasi temporali. Le problematiche invece si collegano in termini di ritardo e precipitazioni e suoli congelati.
Sul sito Climate Data Guide è possibile visionare i valori dell’Indice sc-PDSI nella zona europea e del Nord America.
Le anomalie climatiche da metà del XX secolo
L’atlante di siccità del sud america identifica un’intensificazione delle siccità gravi più diffuse dalla metà del XX secolo. Se da un lato le zone di Cile e Argentina sperimentano estremi eventi di siccità, dall’altro le zone sud-orientali vivono condizioni di estrema umidità. I ricercatori attribuiscono come causa di queste anomalie i seguenti fenomeni:
- i cambiamenti della temperatura superficiale e delle pressioni dell’oceano;
- il SAM (Southern Annular Mode) si riferisce al movimento (non stagionale) nord-sud dei forti venti occidentali che soffiano quasi continuamente nelle medie e alte latitudini dell’emisfero meridionale;
- il fenomeno delle celle di Hadley: un tipo di circolazione convettiva che coinvolge l’atmosfera tropicale generando un’ascesa di aria calda nei pressi dell’equatore, che si sposta in quota verso i tropici, da cui successivamente ridiscende verso la superficie dirigendosi nuovamente nei bassi strati verso l’equatore.
I ricercatori sottolineano il ruolo negativo delle emissioni di gas serra che incrementano le oscillazioni dei fenomeni descritti. La conseguenza è la forte vulnerabilità degli ecosistemi sudamericani, evento che ha effetto sulle attività umane (agricoltura, commercio, economia). Nessun dubbio da parte dei ricercatori sulla possibilità che la frequenza e l’intensità di questi eventi aumenti.
Il gruppo di ricerca del SADA lavora affinché le storie raccontate dagli anelli degli alberi possano darci una migliore visione dei cambiamenti climatici a lungo termine, e di come pianificare il futuro.