La batteria ibrida potrebbe rappresentare il futuro della ricarica dei motori elettrici non connessi ad una linea di alimentazione. Ed è per questo che la tecnologia innovativa brevettata dalla giovane start-up Nemesys ha vinto numerosi premi. La società italiana, infatti, oltre ad essere stata selezionata tra le 16 startup di MCE4X4 2018, ha vinto la quarta edizione di Next Energy. Quest’ultimo è il programma promosso da Terna, Fondazione Cariplo e Cariplo Factory per sostenere lo sviluppo di progetti innovativi con tema energia.
Nemesys (o New Mobility Electric System) è una start-up innovativa che ha ideato e prodotto speciali accumulatori di energia per la mobilità sostenibile e storage massivi. In base a quanto si trova scritto sul loro sito, “la batteria ibrida ha tutti i vantaggi della fuel-cell; tuttavia ha un doppio sistema di ricarica che funziona sia mediante iniezione di idrogeno a bassa pressione, sia collegandosi alla rete elettrica”.
Nel campo della mobilità sostenibile, le aspettative sono tantissime. Le politiche internazionali, e soprattutto europee, spingono ogni giorno di più verso la riduzione delle emissioni inquinati attraverso energie rinnovabili, smart-grid urbane ed elettrificazione dei consumi energetici.
Al momento, le possibilità tecnologiche di sviluppo sono chiare. Da una parte ci sono le batterie al Litio o similari, sempre più efficienti seppur con i loro limiti tecnico-economici. Dall’altra ci sono le celle a combustibile, o fuel cell, basate sullo sfruttamento dell’idrogeno. In sostanza, la mobilità del futuro, secondo esperti ed analisti scientifici, si orienterà su una o su entrambe le tecnologie su dette. Oppure, come brevettato da Nemesys, si potrebbe puntare su un mix tra le due: la batteria ibrida.
Gli accumuli di energia elettrica, come anche le fuel cell, producono elettricità in corrente continua. Tuttavia, nelle batterie convenzionali l’energia elettrochimica viene completamente accumulata al loro interno; nelle celle a combustibile, invece, l’energia elettrochimica è prelevata sia dai serbatoi di idrogeno che dall’ossigeno presente nell’aria.
Come per una normale combustione in motori endotermici, le celle a combustibile non trasportano tutto il loro contenuto energetico. Infatti, una buona parte è prelevato dall’aria, rendendo la tecnologia molto più leggera rispetto a batterie normali. D’altra parte, i veicoli elettrici dotati di fuel cell non possono essere utilizzati senza la presenza di erogatori di idrogeno. La tecnologia brevettata da Nemesys supera, come nelle fuel cell, il limite fisico del contenuto energetico che è necessario trasportare, ma allo stesso tempo il suo utilizzo risulta possibile e competitivo anche in assenza di infrastrutture di ricarica d’idrogeno poiché è possibile ricaricare la batteria ibrida anche attraverso una normale presa elettrica.
La cella elettrolitica in questione consente un recupero di energia elettrica durante il processo di produzione dell’idrogeno, superando gli obiettivi di efficienza Eu al 2030 (48kWh/kgH2). Il prototipo non utilizza metalli preziosi, né costose membrane PEM (polymer-electrolyte membrane), come avviene invece nelle attuali soluzioni di mercato e, per questo, si ha un costo di realizzazione inferiore e più competitivo.
La batteria ibrida o, come da Nemesys definita, la batteria all’idrogeno a pronta ricarica ha mille applicazioni. Leggerezza, alta autonomia e velocità di ricarica sono caratteristiche fondamentali per molti, moltissimi impieghi:
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