Come ogni anno, l’IEA (o International Energy Agency), ha redatto il report World Energy Investment 2020. Ma, se dal 2000 il settore energetico è sempre stato caratterizzato da una crescita lineare degli investimenti pari ad almeno il 2%, a fine 2020 si prevede un crollo degli stessi pari ad almeno il 20%.
Come ci si poteva aspettare, visto il periodo storico, l’IEA ci fa sapere che le fonti fossili saranno le più colpite. Il petrolio avrà una diminuzione delle spese a lui collegate pari al 30%. Il carbone avrà una caduta (bilanciata dal grande utilizzo cinese) di circa il 15%. Il gas metano, invece, rimarrà più o meno stabile.
Comparando i valori stimati per il 2020 con l’effettiva spesa del 2019 i dati parlano chiaro. Meno 250 miliardi di dollari per quanto riguarda il petrolio e gas (dall’approvvigionamento all’effettivo utilizzo per la produzione di energia in centrali termoelettriche). Solo 15 miliardi in meno per quanto riguarda il carbone, tanto utilizzato per la produzione di energia elettrica e termica in Asia, e soprattutto in Cina. 80 miliardi di dollari saranno invece tagliati nel settore di produzione e distribuzione di energia elettrica, con grande preoccupazione per quei paesi in cui l’energia non è un servizio o un bene a largo o larghissimo consumo. Anche l’efficienza energetica avrà un crollo di investimenti pari a poco più di 30 miliardi di dollari.
Dal 2017 l’approvvigionamento di combustibili e la produzione di energia elettrica avevano a disposizione tra gli 850 e i 750 miliardi di dollari all’anno nel mondo; adesso – nel 2020 – la situazione cambia. L’approvvigionamento di combustibile fossile diminuirà fino a circa 600 miliardi di dollari. Gli investimenti nella produzione di energia elettrica si assesteranno intorno ai 580 miliardi.
Le energie rinnovabili (di cui fa parte anche il nucleare per l’IEA) avranno meno problemi. Stando al report, diminuiranno gli investimenti in efficienza energetica (meno 30 miliardi di dollari tra il 2019 e il 2020). Il nucleare rimane pressoché costante negli anni. Anche le rinnovabili per la produzione elettrica avranno una leggera flessione di circa 30 miliardi di dollari.
Molto interessante, però, il dato secondo cui se nel 2015 solo il 29% degli investimenti mondiali era utilizzato per le energie rinnovabili, nel 2020 la percentuale avrà un balzo fino a raggiungere il 37%.
Entrando nel dettaglio, gli investimenti non varieranno di molto nel settore di produzione elettrica da eolico (stabili intorno ai 100 miliardi all’anno) e da idroelettrico (stabili intorno ai 50 miliardi di dollari l’anno). Non andrà così, invece, per il fotovoltaico – causa probabilmente la produzione mancata delle celle in silicio in Cina. Il crollo per quest’ultima tecnologia arriverà fino ad un massimo di 30 miliardi (dai 138 B$ del 2019 ai 108 B$ del 2020). Una leggera flessione caratterizzerà anche le altre rinnovabili (energia marina, geotermica…) e gli accumuli di energia elettrica.
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