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Mobilità sostenibile, o la nuova frontiera degli spostamenti

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Articolo a cura di Roberta GENTILE

Le nuove politiche europee dei trasporti si focalizzano particolarmente sulla mobilità urbana. La mobilità ha assunto un ruolo chiave nella vita di tutti noi, sia per l’esigenza di trasporto, insita nell’uomo, che a causa degli impatti negativi che essa genera (inquinamento acustico e ambientale, stress, consumo di risorse). È possibile dividere la mobilità in due macro aree: individuale e collettiva. Quello su cui bisogna puntare è lo sviluppo e la promozione di un sistema di trasporto collettivo. Che sia efficiente, affidabile e inclusivo, sia dal punto di vista sociale che territoriale.

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Mobilità urbana

Attualmente la scelta del mezzo di trasporto si basa su valutazioni di convenienza da parte dell’utente, descrivibili da tre variabili: tempo, costo e spazio.

Per quanto riguarda il tempo, la tolleranza dell’utente varia. In ambito urbano si accettano variazioni dell’ordine di pochi minuti, in ambito extraurbano è valutabile in termini di ore. Quanto si è disposti a spendere varia a seconda del comfort richiesto e dei pedaggi. La variabile spazio, invece, dipende dalla vicinanza/lontananza delle fermate o delle destinazioni finali e dalla disponibilità di parcheggio.

Ogni utente si trova, quindi, a fare un’analisi di ciò che ritiene più conveniente: al momento l’80% degli spostamenti in Italia avviene con il mezzo privato, c’è quindi qualcosa che non va. La situazione sembra essere sempre più critica. È necessario un radicale rinnovamento nel mondo dei trasporti. Da ciò nasce l’idea della mobilità sostenibile, che coniuga il diritto di mobilità con quello alla salute e al benessere, rispondendo alla necessità di un cambiamento culturale.

Il concetto di mobilità sostenibile comprende un insieme di tecniche di gestione e pianificazione dei sistemi di trasporto, il cui scopo è ridurre al minimo l’impatto ambientale, massimizzando l’efficienza e la rapidità dei trasporti.

Misure adottabili

Quello che bisogna fare è agire sia sulla domanda di trasporto, intesa come necessità di spostamento, che sull’offerta, ossia sui servizi messi a disposizione dell’utenza.

Le misure adottabili sono tante e di diversa natura, gli interventi più efficaci di mobilità riguardano:

  • Potenziamento del sistema di trasporto pubblico locale (TPL), attraverso la realizzazione di corsie preferenziali, di sistemi di integrazione tariffaria, razionalizzazione delle fermate.
  • Rimborso parziale degli abbonamenti, aumento delle frequenze delle linee.
  • Realizzazione di piste ciclabili e implementazione dei servizi di bike sharing.
  • Promozione dei servizi di car pooling e car sharing.
  • Realizzazione di un blocco del traffico temporaneo, permanente o occasionale (Zone ZTL).
  • Introduzione di politiche di tariffazione e pedaggi, come il road pricing e il park pricing.
  • Realizzazione di una rete intermodale di trasporto.
  • Promozione della micro-mobilità (monopattini, mono-ruote, …).
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Una nuova cultura di mobilità

I benefici sono tanti, tra cui la riduzione della congestione stradale, principalmente nelle aree e lungo gli assi più trafficati; il miglioramento dei servizi offerti dal trasporto collettivo; l’incremento dell’offerta di trasporto intermodale; la riduzione degli impatti sull’ambiente nonché dell’incidentalità stradale.

Ripensare al proprio modo di spostarsi è un imperativo per tutti. Scegliere la mobilità attiva (pedonale o ciclabile) per tragitti brevi o scegliere il trasporto pubblico per raggiungere la scuola o l’ufficio non costa nulla, ma genera enormi benefici.

Agire nelle proprie città sul fronte della mobilità deve essere considerata come una nuova opportunità per garantire una migliore qualità della vita. La riorganizzazione deve partire proprio dai piccoli centri, dove i cittadini pagano la disorganizzazione dei trasporti pubblici. Spetta quindi a noi cittadini abbracciare la nuova cultura della mobilità sostenibile indirizzando le nostre scelte verso forme di mobilità alternative.