Le guerre, come sappiamo, provocano ogni anno migliaia, milioni di sfollati nel mondo. Quello che forse sfugge ai più è che la stragrande maggioranza degli spostamenti di esseri umani, invece, è provocata dal clima. La natura – non per sua colpa – sta diventando il nuovo, primo nemico dell’umanità.
Nel report annuale dell’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC) con sede a Ginevra, Svizzera, sono evidenziati tutti gli sfollamenti nel mondo. Da una parte abbiamo milioni di sfollati dovuti a conflitti provocati dall’uomo. I casi più sconvolgenti riguardano Siria, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Burkina Faso e Afganistan. In totale, in queste sole cinque nazioni ci sono stati più di 6 milioni di sfollati nel 2019 (solo dovuti a guerre). Quasi 2 milioni di questi solo in Siria.
Dall’altra parte, però, ci sono le diverse catastrofi naturali che hanno afflitto la Terra nel 2019. Continuando a anche nel 2020. Ci sono stati incendi in Siberia e in Australia. Uragani lungo le coste delle Americhe. Tifoni e alluvioni in quasi tutte le nazioni asiatiche.
Stando al report del IDMC, il totale degli sfollati nel mondo nel 2019 è stato di poco più di 33 milioni. Di questi, 25 milioni degli spostamenti sono stati provocati da eventi catastrofici naturali. Parliamo di terremoti (circa 1 milione), eruzione di vulcani (25.000 persone) ma soprattutto di eventi connessi al clima. Dunque alluvioni (10 milioni di sfollati), uragani e tifoni (circa 13 milioni), incendi (più di mezzo milione)…
Potremmo pensare che il problema non ci riguarda direttamente poiché gli uragani in America ci sono sempre stati; così come gli alluvioni in India. Ma non è così.
Il report IDMC, infatti, sottolinea come in Europa gli sfollamenti interni dovuti ad episodi collegati direttamente o indirettamente al clima sono 69.000 nel 2019. In sostanza il 240% in più rispetto all’anno precedente (quando erano “solo” 29.000).
Le nazioni più colpite sono state l’Albania (33.000 casi di sfollamenti) a causa di un terremoto che ha devastato la regione. Al secondo posto c’è la vicina Spagna, con 23.000 casi, soprattutto dovuti ad incendi e ad un alluvione. Seguono Russia, Regno Unito e Francia con rispettivamente 12.000, 12.000 e 6.000 persone sfollate nel 2019.
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