Articolo a cura di Leonardo BALDACCI
Nell’ultimo secolo il mondo ha avuto a che fare con una crescita esponenziale delle infrastrutture legate al trasporto di energia elettrica. Sono decine di migliaia i chilometri di cavi elettrici solo in Italia.
Molte di queste linee aeree attraversano ecosistemi di primaria importanza per la conservazione di alcune specie di fauna selvatica.
Secondo uno studio di cesiricerca è di 8000km la lunghezza delle linee AT che attraversano aree naturali protette in Italia. Questo dato, pari al 12% della linea AT nazionale, evidenzia quanto la pressione ambientale degli elettrodotti sia potenzialmente non trascurabile.
Le ricerche in questo ambito sono cominciate alla fine dell’800 quando si registrarono i primi casi di mortalità negli USA.
In Italia ci si accorse di questo fenomeno nei primi anni venti ma si cominciò a studiarlo solo negli anni settanta. Le prime ricerche scientifiche evidenziarono che sono soprattutto i volatili ad ampia apertura alare a subire il problema. I rischi per queste specie sono due: l’elettrocuzione per le linee a bassa e media tensione e la collisione per le linee ad alta tensione.
Le morti per elettrocuzione (o folgorazione) si hanno quando un uccello tocca simultaneamente due conduttori (fase-fase) o un conduttore ed un elemento non isolato (fase-terra). È proprio quest’ultimo caso il più frequente secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Ambiente. Il tasso medio di mortalità in Italia è circa di 3 uccelli morti per km linea/anno oppure 0,15 uccelli morti per sostegno/anno.
I danni causati non riguardano solo gli uccelli bensì anche le reti elettriche stesse. La folgorazione dell’uccello può dare origine a una temporanea chiusura del circuito che può causare una “microinterruzione” del servizio. Di recente si sono adottati sistemi di messa a terra del neutro tramite impedenza (bobina di Petersen) che contribuiscono a risolvere il problema. L’adozione di particolari sostegni fa sì che questo fenomeno avvenga con una minore frequenza.
Gli uccelli non riescono ad apprendere il pericolo in quanto la morte avviene istantaneamente.
Il comportamento migratorio di alcune specie di uccelli li porta ad accumularsi in un gran numero durante gli spostamenti. Questo fa sì che, specie durante il periodo migratorio, i volatili siano più soggetti alla collisione con i cavi. Vi sono poi altri fattori che aumentano il rischio come il volo notturno, l’altitudine del volo e le condizioni meteo. Ad esempio, la nebbia che abbonda sul delta del Po favorisce la morte di molte oche che urtano contro i conduttori.
Tra i sistemi di riduzione del rischio il più efficace è sicuramente l’interramento dei conduttori. Terna, il principale gestore della rete elettrica nazionale, sta investendo in questa soluzione nelle aree più interessate dal problema. L’adozione di sostegni idonei e correttamente isolati rimane comunque la soluzione più facile ed economica. Esistono anche delle spirali che aumentano la visibilità dei cavi e producono un sibilo che ne favorisce il rilevamento.
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