Nelle scorse settimane vi abbiamo parlato della rinuncia al nucleare da parte della Svizzera e dello spegnimento del reattore nucleare di Fassenheim in Francia. In controtendenza rispetto alle altre nazioni europee, l’energia nucleare, in Polonia, sarà il fulcro su cui basare la propria crescita economica.
La Polonia soddisfa il 95% circa del proprio fabbisogno energetico bruciando il proprio oro nero: il “carbone”. Questo è legato al fatto che la Polonia possiede la più grande riserva carboniosa in Europa. Si stima infatti che le estrazioni ammontino a più di 60 milioni di tonnellate annue e che le attività minerarie e l’indotto relativo al carbone impieghino più di 400 mila persone.
Grzegorz Tobiszowski, politico polacco e deputato europeo del partito di Legge e Giustizia, aveva affermato, in un recente passato, che per il bene dei cittadini, per una maggiore sicurezza economica e per limitare l’impatto sull’ambiente legato produzione energetica polacca, la nazione doveva darsi una svolta rinnovabile. Questo, aggiungeva, senza correre il rischio di un blackout energetico.
Nel 2006 il primo studio di fattibilità che propose, come ottimale, la costruzione di impianti nucleari per 11,5 GWe. A fronte di una non fattibilità nel breve periodo, la Polonia decise di costruire reattori per produrre energia nucleare per 4,5 GWe entro il 2030. Nel 2007 si decise di proporre la costruzione di impianti di produzione di energia nucleare, in Polonia, per 10 GWe per soddisfare il 10% del fabbisogno energetico nazionale.
È nel 2018 che il governo nazionale ha pubblicato una bozza di piano nazionale per il clima per il 2040. Forniva informazioni in merito alla costruzione di sei centrali nucleari. La Polonia, però, non lo farà da sola. La Francia e gli Stati Uniti forniranno il proprio know-how per la costruzione di queste centrali.
Le centrali produrranno 9 GWe che fluiranno nella rete polacca e avranno una durata media tra i 60 e gli 80 anni. Il primo impianto dovrebbe diventare operativo entro il 2033.
L’indecisione sul luogo in cui verrà costruito il primo reattore rende il dibattito ancora aperto. Le prime ipotesi al vaglio individuano località ad ovest di Danzica intorno al comune di Choczewo, nel distretto di Wejherowo.
Nell’affrontare progetti di queste dimensioni, le nazioni sono obbligate a effettuare un’analisi dell’impatto ambientale transfrontaliero. Il governo polacco non ha, però, fatto ciò per questo progetto. Rintracciabile nell’Energy Strategy 2040 la frase: “la Polonia non ha identificato impatti ambientali significativi per altri stati membri” non soddisfa tale obbligo.
Dalla Germania arrivano le prime perplessità in merito che minacciano di rallentare ulteriormente il processo di costruzione delle centrali nucleari.
[bquote by=”Sylvia Kotting-Uhl” other=”Politico tedesco”]La Polonia sta violando diverse leggi internazionali ignorando deliberatamente l’obbligo di redigere un report sui propri piani nucleari[/bquote]
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