Rifiuti da coronavirus: migliaia di tamponi tra riciclo e produzione di energia
I rifiuti ospedalieri sono aumentati del 20% nell’ultima settimana in Italia. La causa principale è l’emergenza epidemiologia da COVID-19 che stiamo affrontando. Trattasi di una crisi non solo nazionale, ma oramai mondiale. Quest’ultima, oltre che provocare disastri dal punto di vista medico, produrrà una quantità altissima di rifiuti che devono essere trattati e possibilmente riconvertiti.
Rifiuti, coronavirus e riciclo
Tamponi faringei, mascherine, guanti, camici sterili, altri strumenti medici… Stanno mettendo a dura prova gli oltre 90.000 addetti delle imprese del sistema di gestione e smaltimento rifiuti urbani e speciali che ha risposto, però, con grande efficienza. A rivelarlo è Lucia Leonessi, direttore generale di Confindustria Cisambiente, cui fanno capo le imprese del settore di ecologia e igiene ambientale.
Tra gli associati di Cisambiente spicca Eco Eridania, primo operatore europeo nella gestione dei rifiuti sanitari. Circa il 50% dei rifiuti speciali di questa natura finisce nei loro impianti, racconta Andrea Giustini, il presidente.
[bquote by=”Andrea Giustini” other=”Presidente di Eco Eridania”]I rifiuti vengono trattati in tutta sicurezza e applicando l’economia circolare, cioè dalla raccolta alla sua trasformazione, fino al riutilizzo[/bquote]
Come avviene il trattamento dei rifiuti ospedalieri?
Il presidente Giustini assicura, nelle dichiarazioni fornite all’ANSA, che la procedura di trattamento dei rifiuti sanitari, potenzialmente infetti a causa della loro provenienza, è molto rigida. Sacchi e contenitori ad hoc per raccogliere e trasportare questi rifiuti agli impianti autorizzati allo smaltimento.
I rifiuti finiscono a termovalorizzazione producendo energia disponibile nella rete. I contenitori possono essere riutilizzati ma devono essere sottoposti a procedure di sterilizzazione e sanificazione.
Questo riduce l’impatto ambientale del processo di riciclo evitando la produzione di nuovi contenitori. Solo qualora non fosse possibile sanificarli completamente, essi prendono parte al processo di termovalorizzazione.
La termovalorizzazione dei rifiuti
La termovalorizzazione rappresenta un processo nel quale il calore sviluppato dal processo di combustione dei rifiuti è recuperato per produrre vapore. Questo vapore sarà poi utilizzato per produrre energia elettrica o per il teleriscaldamento.
L’EPA ha sviluppato e introdotto la piramide gerarchica per il trattamento dei rifiuti. Questa gerarchia segue le logiche del ridurre, riciclare e recuperare.
Il processo di termovalorizzazione riduce il volume dei rifiuti solidi da inviare a discarica e permette di recuperare energia riducendo le emissioni di CO2 equivalente da fonti fossili e landfilling.