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Coronavirus, emissioni di CO2 ridotte in Cina

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Il Coronavirus avrebbe contribuito a ridurre le emissioni di anidride carbonica in Cina. Secondo uno studio condotto dal Center for Research on Energy and Clean Air pubblicato da Carbon Brief, le emissioni di CO2 sarebbero diminuite di 100 milioni di tonnellate metriche.

Un paese fermo

A partire dal 3 febbraio 2020, i consumi di carbone per la produzione di energia, in Cina, si sono ridotti al valore minimo registrato negli ultimi quattro anni. Anche il consumo di petrolio si è ridotto al livello più basso registrato dal 2015.

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Il prolungamento delle vacanze per il capodanno cinese, deciso dalle autorità per cercare di contenere l’epidemia, ha quindi contribuito a ridurre la produzione industriale di un valore compreso tra il 15% e il 40%.

Le prime analisi dell’Agenzia Internazionale dell’energia (AIE) e dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) suggeriscono che la domanda mondiale di petrolio potrebbe ridursi.

Coronavirus ed emissioni di CO2

A causa del coronavirus quindi le emissioni di CO2, rispetto allo stesso periodo del 2019, sono passate da 400 milioni di tonnellate metriche a 300 milioni. Questo equivale ad una riduzione delle emissioni pari al 25%. Su scala globale, questo valore, si traduce in una riduzione delle emissioni del 6% rispetto all’anno precedente.

È importante sottolineare come, però, questa riduzione, se valutata su base annuale, corrisponda ad una diminuzione di solo l’1%.

Non solo CO2

Secondo uno studio del CREA basato su dati satellitari, inoltre, anche le emissioni di NO2 sarebbero in picchiata a causa del blocco del settore dei trasporti. Rispetto allo stesso periodo del 2019, si registra una diminuzione del 36%.

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Perplessità sul futuro

Sebbene sia stata necessaria l’epidemia di coronavirus per abbattere le emissioni di inquinanti in Cina, questa riduzione potrebbe essere temporanea. Gli ambientalisti avvertono che l’effetto, nel prossimo futuro, potrebbe essere l’opposto.

[bquote by=”Li Shuo” other=”Portavoce Greenpeace China”]È molto verosimile che, nel momento in cui la diffusione del coronavirus dovesse rallentare, potremmo assistere ad un aumento della produzione per compensare le perdite del periodo di inattività[/bquote]