Qualche settimana fa vi abbiamo parlato del Green Deal europeo e di come l’Europa fosse sulla strada giusta per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. L’Europa ha, però, anche deciso di approvare i finanziamenti per 32 progetti. Decine di miliardi di euro a favore delle fonti fossili.
L’articolo 4 del Regolamento europeo 347/2013 definisce come Progetto di Interesse Comune, Project of Common Interest (PCI), un progetto che è in grado di produrre benefici significativi per almeno due stati membri.
Questi progetti contribuiscono all’integrazione tra i mercati elettrici e alla competizione nell’Unione Europea. Inoltre incrementano la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili e riducono la CO2 prodotta. È proprio durante l’approvazione della quarta lista di PCI che sulle scelte dell’Europa si sono sollevati diversi dubbi.
La quarta lista di PCI prevedeva 151 progetti. 32 di questi progetti sono legati ad infrastrutture per il gas naturale. Il Parlamento Europeo avrebbe potuto decidere di esprimersi sul singolo progetto o optare per approvare la lista intera.
La società di consulenza Artelys ha presentato un report nel quale evidenzia come l’infrastruttura esistente legata al gas naturale è in grado di soddisfare le richieste anche in uno scenario di “domanda elevata”. Il report mostra come, inoltre, l’infrastruttura sia in grado di resistere, per anni, anche in caso di tagli dei rifornimenti da Ucraina, Bielorussia e Algeria. Come risultato di queste considerazioni, i 32 progetti non sarebbero stati necessari.
Dure le accuse ricevute dal Parlamento Europeo che ha deciso di approvare l’intera lista.
[bquote by=”Colin Roche” other=”Climate Justice Coordinator presso Friends of the Earth Europe”]Questa ipocrisia climatica deve finire.[/bquote]
[bquote by=”Ciarán Cuffe” other=”Deputato irlandese dei Verdi”]Data la gravità dell’emergenza climatica e il poco tempo che ci rimane, è sbagliato spendere denaro pubblico per investire in combustibili fossili.[/bquote]
Kadri Simson, Commissario europeo per l’energia, ha affermato di impegnarsi affinché le prossime liste di PCI siano orientate a riflettere le priorità identificate nel Green Deal. L’impegno resta, infatti, quello di raggiungere la neutralità di emissioni di CO2 entro il 2050.
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