Oltre il coronavirus: scoperti antichi patogeni in Tibet
Mentre il coronavirus è fonte di preoccupazioni in tutto il mondo e i suoi effetti si manifestano non solo sulla salute, un gruppo di scienziati ha rivelato l’esistenza di 28 virus sconosciuti alla scienza moderna. Tra i 15000 e i 500 anni di confinamento in un ghiacciaio in Tibet per questo mix di patogeni.
Lo studio di questi antichi virus ghiacciati è molto complesso. È molto facile, infatti, contaminare i campioni con batteri moderni. Per questo motivo i ricercatori hanno dovuto creare un nuovo protocollo da seguire per ottenere campioni senza contaminazioni.
Lo sviluppo di un nuovo protocollo
Il primo problema è stato legato al fatto che i campioni di ghiaccio, estratti nel ghiacciaio di Guliya a 50 metri di profondità, tra il 1992 e il 2015, non erano stati trasportati con misure che ne impedissero la contaminazione.
Per questo motivo, la superficie esterna dei campioni era contaminata. L’interno dei campioni però non aveva subito alcuna forma di contaminazione, come affermano gli scienziati nello studio in attesa di essere pubblicato e disponibile su online.
Per accedere alla porzione interna dei campioni i ricercatori hanno utilizzato un processo di decontaminazione triplo. I campioni sono stati posti in una cella ad una temperatura di -5°C. Usando una sega a nastro sterilizzata i ricercatori hanno eliminato 0,5 cm di ghiaccio dallo strato più esterno. Con un lavaggio in etanolo i ricercatori hanno permesso la fusione di altri 0,5 cm di ghiaccio. Infine un lavaggio con acqua sterile ha terminato questa procedura di preparazione.
A valle di tutto questo lavoro i ricercatori sono stati in grado di accedere alla superficie incontaminata da studiare. Lo studio ha rivelato 33 virus nei campioni. Di questi solo 5 erano già noti.
Il problema “climate change”
Il cambiamento climatico pone un doppio problema: lo scioglimento di questi ghiacciai potrebbe portare alla perdita di questi antichi archivi che raccolgono la storia del clima della terra ma, ancor peggio, potrebbe liberare nuovi e sconosciuti agenti patogeni nell’ambiente.