L’agenzia giornalistica internazionale Reuters ha riportato una notizia che potrebbe sconvolgere i mercati del petrolio. L’OPEC, infatti, ha dichiarato di voler proseguire con i tagli all’estrazione del petrolio almeno fino a giugno del 2020. La domanda petrolifera cinese è la ragione della decisione, poiché il coronavirus sta impattando e impatterà sull’economia della Cina, e tanto.
Il coronavirus, che non è stato creato in laboratorio, è un nuovo virus che arriva da Wuhan, città della Cina centrale. Per ora ha prodotto 170 decessi, e ormai quasi 8.000 casi confermati nel mondo. Di questi, circa il 99% sono in Cina.
Contrariamente a quanto avvenuto per la SARS nel 2002, il governo cinese ha preso abbastanza in mano la situazione. Si sta concludendo la costruzione in tempi record di un ospedale. Contemporaneamente si sta già lavorando ad un vaccino per combattere il virus.
Tuttavia i morti e i contagiati dal coronavirus stanno già intaccando la grande e forte economia cinese con effetti sul mercato globale.
Lunedì ad apertura delle borse, il prezzo del greggio è partito da un minimo (non succedeva da tre mesi) di 58,5 $ a barile.
L’OPEC (o Organization of the Petroleum Exporting Countries) è stata fondata nel 1960. Trattasi di un cartello economico per negoziare con le compagnie petrolifere aspetti relativi alla produzione di petrolio, prezzi e concessioni. Al momento l’OPEC comprende 14 paesi: Algeria, Angola, Arabia Saudita, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Venezuela, Guinea Equatoriale, Repubblica Democratica del Congo e Gabon.
L’Arabia Saudita, fondatrice dell’associazione, insieme agli Emirati Arabi Uniti, Algeria, Oman hanno cercato di calmare il panico del mercato, invitando alla cautela rispetto a quanto potrebbe accadere alla domanda di petrolio della Cina a causa del coronavirus.
La Russia ha concordato una riduzione delle estrazioni di petrolio, come gli altri paesi dell’OPEC, in modo da supportarne il prezzo intorno ai 60 $ a barile. Tuttavia si vocifera che Mosca voglia rispettare gli accordi solo fino a marzo, mentre l’Arabia Saudita vorrebbe continuare fino a giugno, e forse oltre.
Vedremo come andrà a finire, e noi vi terremo aggiornati!
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