Articolo a cura di Rosalba FLORO
Osserviamo il porto con un occhio di curiosità. Potremmo subito notare che i porti pulsano, vivono e cambiano con il passaggio delle navi, il traffico più o meno intenso di passeggeri e merci e quindi con il passare del tempo. Le conseguenze sull’ambiente marino-costiero le possiamo immaginare ed intuire.
Per questo, la salvaguardia di questi siti costieri e dei rispettivi ecosistemi, sensibili e vulnerabili, dovrebbe essere garantita. Ed è uno dei principali obiettivi della politica ambientale.
A Bari l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, accogliendo per via sperimentale una nuova piattaforma software, ha reso il porto di Bari un porto smart, il primo in Italia. Il tutto con il contributo dell’UE del Fondo di sviluppo regionale della Puglia
La piattaforma ISMAEL (Integrated SysteM for the Assessment of Environmental impacts in transport Logistics) è mirata a monitorare gli inquinanti ambientali generati dal traffico all’interno dell’area portuale (navi, traghetti, carichi, veicoli). Oltre che a valutare l’impatto ambientale delle attività logistiche sul porto stesso e sui suoi dintorni urbani.
Si rivolge alla valutazione degli indicatori ambientali relativi all’aria, alla qualità dell’acqua, all’impronta di carbonio e alla valutazione degli impatti mediante sensori distribuiti dentro il porto e nella zona esterna. La caratteristica fondamentale è che la piattaforma si basa sulle nuove tecnologie e sui paradigmi innovativi, quali l’Internet of Things e i Big Data. Ed il relativo trattamento attraverso modelli matematici, Machine Learning ed Intelligenza Artificiale.
I modelli matematici consentono poi all’operatore portuale non solo di conoscere i parametri ambientali, ma di gestire le attività a vantaggio della tutela del sistema ambientale. Per esempio, se l’algoritmo, monitorando la banchina del porto, prevede un accumulo dei container in base ai dati di carico e scarico, il sistema elabora l’eventuale ingorgo e consiglia itinerari alternativi.
L’obiettivo del modello ambientale è quello di simulare l’area portuale, osservando parametri quali inquinanti nell’aria o movimenti di sedimenti nell’acqua. La simulazione consente al porto di Bari e all’agenzia locale di protezione ambientale (ARPA) di valutare l’impatto delle operazioni portuali esistenti e di prendere in considerazione scenari alternativi per l’organizzazione di tali operazioni.
Nel porto di Bari, nell’ambito dei lavori di dragaggio nell’area Pizzoli-Marisabella, da febbraio 2019 si sta eseguendo il monitoraggio in continuo di correnti e dei parametri oceanografici della colonna d’acqua.
Nello specifico l’azione di monitoraggio è gestista dall’unità di ricerca del Politecnico, Dipartimento DICATECh, mediante l’analisi dei trends mensili del vento, onde, correnti, parametri biochimici come ossigeno disciolto, clorofilla e torpidità. Mediante una stazione di monitoraggio, dotata di componenti subaeree e subacquee, i dati digitali vengono raccolti, esportati ed elaborati per produrre una descrizione sintetica e per preparare le basi di un’analisi.
La finalità del progetto è quella di disporre di un set di dati statisticamente significativo per la definizione dei valori di riferimento dei solidi sospesi (e della torbidità), rappresentativi di diverse condizioni climatiche e di traffico navale da non superare durante l’esecuzione delle attività di dragaggio.
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