Per la centrale nucleare di Muehleberg, alle 12:30 del 20 dicembre, sono iniziate le procedure di spegnimento. Lo smantellamento della centrale dovrebbe terminare nel 2034. È la fine dell’energia nucleare in Svizzera. L’impianto di Muhleberg è la prima centrale con produzione commerciale ad essere chiusa e rappresenta il più vecchio dei 5 esistenti.
Nel maggio del 2011, il Consiglio Federale svizzero aveva varato il piano energetico nazionale dal nome “Strategia energetica 2050“. Il piano si basa sull’efficienza energetica e sul potenziamento di idroelettrico e rinnovabili. All’occorrenza si potrà fare affidamento su efficienti impianti di cogenerazione e centrali a ciclo combinato.
Proprio questo piano strategico ha sancito l’inizio dell’abbandono del nucleare. L’incidente di Fukushima e il rendimento economico sempre inferiore della produzione di energia nucleare hanno influenzato fortemente la decisione.
La Svizzera, però, si è impegnata a non abbandonare i temi sia di formazione che di ricerca in materia di “nucleare”.
Nel 2017 il popolo svizzero aveva appoggiato, votando favorevolmente al referendum, il phase-out nucleare. Fino al 2017 l’energia nucleare ha contribuito a fornire un terzo dell’energia elettrica nazionale. In aggiunta l’idroelettrico e le rinnovabili costituivano, rispettivamente, il 60% e il 5%, circa, dell’energy mix nazionale. Il forte affidamento fatto sull’energia nucleare ha ritardato lo sviluppo delle fonti di energia da rinnovabili.
Philippe de Rougement, del Sortir du Nucleaire, afferma che “l’energia nucleare è stata un grave errore per la Svizzera. Abbiamo avuto l’elettricità ma le generazioni future dovranno gestire i rifiuti tossici e non ci ringrazieranno”
Le prime notizie che sono trapelate ci dicono che nel 2020 inizieranno i lavori di demolizione che richiederanno circa 10 anni. La bonifica dell’area inizierà nel 2030 e l’obiettivo finale è quello di realizzare un grande prato nei luoghi dove oggi sorge il reattore di fissione. In aggiunta, però, resta il problema dello smaltimento delle scorie nucleari che andranno gestite ma non si hanno informazioni in merito alla procedura che verrà utilizzata. Sappiamo che ad occuparsi della gestione dei rifiuti radioattivi sarà la Zwilag, società di proprietà dei quattro operatori elettrici svizzeri.
La fine dell’energia nucleare in favore delle rinnovabili non può che farci piacere, in attesa che la fusione nucleare non diventi realtà. Ne abbiamo parlato qui!
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