Articolo a cura di Ignazio ASSENZA
Qualche settimana fa Anest, Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamico, ha presentato al Key Energy un articolo, il “Tramonto del Sole”.
Cosi esordisce l’articolo. E così racconta venti anni di solare termodinamico in Italia: con triste ironia, dolorosa e lucida. Nella terra del sole e della genialità. Nella terra di Archimede, che giusto due millenni fa ebbe l’intuizione di bruciare le navi nemiche usando specchi per concentrare la luce solare. Di Giovanni Francia, che nel secolo scorso usò lo stesso principio per generare vapore. Del premio Nobel Carlo Rubbia, che all’inizio del nuovo millennio ne comprese le potenzialità per la produzione di energia elettrica, ne promosse la ricerca scientifica per raggiungere l’eccellenza tecnologica, e ottenne un incentivo… però in Spagna!
“Signori si chiude. Come quando i camerieri dispongono le sedie rovesciate sui tavoli, e cominciano a passare lo spazzolone […] mentre in fondo alla sala […] resta una coppia ritardataria di innamorati, così l’ANEST chiude”
Tanti hanno studiato, investito, trovato soluzioni, costruito prototipi. Mobilieri, università, artigiani, ingegneri, piccoli e grandi imprenditori. Specchi curvi, tubi assorbitori, brevetti, carpenterie metalliche, opere civili, modelli di simulazione, algoritmi astronomici, automazione e controllo, e tanto altro. Nasce una “filiera” produttiva, che può creare occupazione, ricchezza, esportare prodotti.
Gli impianti sono osteggiati dalla politica e la popolazione locale, e bloccati dalla burocrazia. Arrivano gli incentivi: con ritardi, di anni. Arrivano le autorizzazioni: poche, quando gli incentivi non sono più disponibili.
Nel frattempo in Spagna, vengono realizzati impianti enormi, che fanno registrare record, usano fluidi termovettori a zero impatto ambientale (vapore, sali fusi), e sistemi di accumulo per distribuire energia elettrica di notte. Le stesse tecnologie sono esportate in Medio Oriente e Nord Africa. Tecnologie spagnole e tedesche.
Mentre l’eccellenza tecnologica italiana rimane prive di referenze, i sali solidificati nei tubi assorbitori, e la “filiera” scompare.
Alla fine della parabola c’è qualche ultima riflessione..
È davvero il tramonto per il solare termodinamico in Italia? O forse non c’è mai stata un’alba? O forse quegli innamorati sono ancora li? Qualche mese fa un’azienda ha aperto una fabbrica di collettori solari termodinamici, e si prepara a realizzare un impianto, in Sicilia.
Un’azienda, ironicamente e tristemente, tedesca.
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