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Democrazia energetica: quando l’accessibilità è un ostacolo

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193 nazioni hanno sottoscritto nel 2015 i famosi Sustainable Development Goals. Tra i 17 obiettivi per il 2030 a livello globale, il numero 7 parla di energia.

In particolare si vuole assicurare l’accesso ad un’energia conveniente, sicura, sostenibile e moderna (ensure access to affordable, reliable, sustainable and modern energy for all).

IEA e il report sull’accessibilità

Una delle organizzazioni che più ha cercato di analizzare e capire la questione dell’accessibilità all’energia è l’International Energy Agency. Quest’ultima ha studiato soprattutto i temi di accessibilità all’elettricità, accessibilità alla possibilità di cucinare (gas), energie rinnovabili, ed efficienza energetica.

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Facendo riferimento al primo dei punti, nel 2017 le persone nel mondo senza energia elettrica erano circa 1 miliardo. Nel 2018, invece, la cifra è diminuita fino ad un nuovo record di 860 milioni. I luoghi in cui c’è più necessità sono i paesi centrali del continente africano, così come anche alcune nazioni dell’Asia e del Sud America.

India e Asia

In India, ad esempio, oltre 100 milioni di cittadini delle aree rurali hanno potuto usufruire di un servizio che per noi è più che scontato da decenni: l’energia elettrica. Da Ottobre 2017 a Marzo 2019, infatti, il governo indiano ha connesso circa 26 milioni di abitazioni di varie aree lontane dalle più grandi metropoli.

Il progetto Saubhagya, così soprannominato, punta adesso a fornire elettricità 24/24 in tutte le aree raggiunte (i black-out sono ancora all’ordine del giorno). Nel resto dell’Asia si concentra più dell’80% del miliardo di persone che hanno avuto accesso all’elettricità dal 2010 ad oggi (Thailandia, Malesia, Indonesia…).

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Africa

D’altra parte, in Africa, la situazione è leggermente più stazionaria. Se Kenya, Etiopia e Ruanda (ad est del continente) riescono a raggiungere percentuali di accessibilità all’elettricità alte o altissime, il resto delle regioni sub-sahariane raccolgono quasi 600 milioni di individui senza questo servizio basilare. Il 70% degli esseri umani che non possono consumare energia elettrica quindi sono in Africa.

Fiore all’occhiello del continente nero è il Kenya. Quest’ultimo è passato dal 25% di accessibilità all’elettricità del 2013, al 75% del 2018. Il dato molto interessante è che, a differenza dei progetti asiatici, l’Africa orientale sta puntando non tanto sull’infrastruttura di distribuzione elettrica, quanto invece sui cosiddetti SHS (o Solar Home Systems).

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Trattasi di sistemi formati da un modulo fotovoltaico (che va da una potenza irrisoria di 5 Wp fino ad un massimo di 150 Wp) con batteria integrata e connessa a varie prese per PC o cellulari o altri apparecchi elettronici, oltre che a lampadine LED. In Etiopia, ad esempio, 38 MW – da qui al 2030 – sui 52 MW totali saranno SHS. In Kenya circa 30 MW; in Ruanda i MW adibiti alle Solar Home Systems sono circa cinque.