Attualmente l’energia idroelettrica domina la produzione di energia elettrica rinnovabile, rappresentando due terzi a livello globale e dovrebbe crescere di almeno il 45% entro il 2040. Mentre si ipotizza ampiamente che le centrali idroelettriche emettano gas serra alla pari del vento, uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology riporta prove crescenti che le emissioni possono essere considerevolmente maggiori, alla pari anche di alcune strutture a combustibili fossili.
Secondo i ricercatori, le analisi degli impatti climatici delle centrali idroelettriche sono state semplicistiche, in quanto è stato valutato l’impatto su 100 anni sulla base delle emissioni di un anno. Tali analisi tendono a omettere le emissioni di CO2 associate allo sviluppo iniziale dell’impianto e non hanno considerato l’impatto nel tempo dell’accumulo di gas nell’atmosfera. Lo studio proposto utilizza un approccio analitico,ovvero analizza gli impatti climatici delle emissioni nel tempo. Quello che viene fuori consiste nel fatto che ci sono enormi differenze negli impatti climatici tra gli impianti e nel tempo.
Le stime di emissioni riguardano circa 1500 centrali idroelettriche in funzione in circa 100 paesi. Le analisi condotte su questi impianti sono state comparate con i dati relativi ad altre tecnologie per la produzione di energia.
Complessivamente, le emissioni globali degli impianti idroelettrici sono maggiori rispetto al nucleare, al solare e al vento, ma minori rispetto alle tecnologie che sfruttano carbone e gas naturale. Però, l’impatto sul clima dell’energia idroelettrica è di gran lunga maggiore nel breve termine che nel lungo termine, in particolare per un nuovo impianto idroelettrico. Anche la disposizione geografica influisce sull’impatto ambientale. La ricerca, infatti, stima che in Europa gli impianti abbiano impatti climatici ridotti rispetto a quelli africani, che invece si stima abbiano prodotto impatti maggiori rispetto alle centrali a carbone e gas naturale.
L’impatto climatico è relazionato alla presenza di invasi artificiali: l’emissione di gas serra è dovuta alla fermentazione dei sedimenti presenti nelle acque del bacino. Considerando una centrale idroelettrica, a fronte di una richiesta di energia, si ha la diminuzione del livello dell’acqua negli invasi a monte delle dighe. Questo abbassamento fa in modo che i sedimenti sul fondo si riscaldino, favorendo l’attività microbiotica che rilascia metano in atmosfera. Il processo prende il nome di metanogenesi, che è una forma di respirazione anaerobica.
Per i ricercatori, risulta fondamentale, per la progettazione di centrali idroelettriche, tenere conto degli effetti sul clima, e di adottare misure che ne riducano gli impatti.
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