Venerdì 1 Novembre la stella cinematografica Jane Fonda è stata arrestata per la quarta volta in un mese a Washington. L’attrice si è trasferita nella capitale a settembre per evidenziare l’urgenza della crisi climatica mettendo in scena proteste al Campidoglio ogni venerdì. Icona di queste manifestazioni è il suo cappotto rosso acceso, che è ormai diventato virale su tutti i social. Ma non è da sola. Tutte le settimane si alternano al suo fianco amici famosi come Sam Waterson e Ted Danson, che puntualmente finiscono con le manette ai polsi, insieme alla Fonda, con l’accusa di protesta illegale.
L’81enne attrice di New York, vincitrice di due premi Oscar con ‘Una squillo per l’ispettore Klute’ e ‘Tornando a casa’ non è nuova alla protesta. Infatti, Jane Fonda è stata un’attivista per anni, coinvolta in una campagna per i diritti dei Nativi Americani, dei diritti civili e delle proteste contro la guerra in Vietnam. Proprio durante una manifestazione a Cleveland contro la guerra nella nazione vietnamita, fu arrestata per la prima volta. Unico arresto nella sua lunga carriera almeno fino all’11 ottobre. Prima giornata di proteste di fronte al Campidoglio.
Grazie alla sua notorietà, dopo l’11 ottobre, è riuscita a circondarsi di un nutrito gruppo di manifestanti di tutte le età. ‘Che senso ha essere una celebrity se non puoi usare la tua popolarità per una causa così importante?’ ha dichiarato l’attrice al New York Times. Fonda ha anche raccontato ai giornalisti degli accorgimenti che ha introdotto nelle sue abitudini. Guida un’auto elettrica, evita lo spreco di plastica, mangia poca carne e non fa utilizzo di jet privati.
Il piano di protesta ha iniziato a prendere forma durante l’ultimo Labor Day, mentre era in vacanza con due amici. Jane Fonda stava combattendo un profondo malessere fisico e una depressione che attribuiva alle notizie sul clima in costante peggioramento. Ha dichiarato, sempre al New York Times, che quel fine settimana, stava leggendo il nuovo libro di Naomi Klein, “On Fire: The (Burning) Case for a Green New Deal“. Quella lettura l’ha colpita come un fulmine. Poco dopo era in una conference call con Annie Leonard, direttore esecutivo di Greenpeace e l’attivista ambientale Bill McKibben. Così il piano è nato. Hanno chiamato gli eventi ‘Fire Drill Fridays’, ispirati al movimento dell’attivista svedese adolescente Greta Thunberg, ‘La nostra casa è in fiamme’. Il piano prevedeva che i manifestanti indossassero il rosso, e la Fonda ha detto che il suo nuovo cappotto sarà l’ultimo acquisto perché ormai non ha più bisogno di nuovi indumenti.
Anche se una notte passata in cella non è certo un toccasana per una donna di 81 anni anche se in forma le proteste continueranno e Jane Fonda si farà arrestare ogni venerdì almeno fino a gennaio quando inizieranno le riprese di ‘Grace e Kelly’.
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