In Italia, i rifiuti provenienti da prodotti assorbenti monouso (pannolini, assorbenti, ecc.) ammontano a circa 900.000 tonnellate, il 2.5% dei rifiuti solidi urbani. Questi rifiuti tendono a finire in discarica o a termo-valorizzazione perché non rientrano nei rifiuti da differenziare. O almeno, così era in passato, grazie a Fater SMART.
Siamo a Lovadina di Spresiano in provincia di Treviso e Fater SMART, azienda che ha ricevuto il Premio Sviluppo Sostenibile, è in grado di recuperare, con il proprio processo, da 1 tonnellata di prodotti assorbenti circa 75 kg di plastica, 75 kg di polimero super assorbente (SAP – super absorbent polymer o AGM – absorbent gelling material) e fino a 150 kg di cellulosa.
Il processo si basa su una tecnologia innovativa sviluppata e brevettata da Fater S.p.A (joint venture tra Procter & Gamble e il Gruppo Angelini). Questa tecnologia è nata in Abruzzo a Pescara ed è stata riconosciuta dalla Commissione Europea come Eco-Innovation nel 2011 (RECALL – ECO/11/304440) poiché rende riciclabili prodotti tradizionalmente considerati non tali.
Tre fasi principali sono previste per questo processo di riciclo:
• La prima prevede una fase in cui operatori specializzati raccolgono, porta a porta, i prodotti assorbenti usati;
• La seconda fase è quella in cui si procede all’eliminazione della componente organica. Questa viene condotta in una autoclave in cui vapore a pressione sterilizza i prodotti assorbenti e ne separa, come stadio preliminare, le materie prime costituenti;
• La terza ed ultima fase prevede una batteria di separatori in serie dotati di cilindri rotanti che recuperano le materie prime seconde.
Il fatto che le materie recuperate siano materie prime seconde le rende adatte a nuove applicazioni, sia come prodotti assorbenti nuovi, sia come appendiabiti, mollette, arredi urbani.
L’impianto su scala pilota, in collaborazione con la Contarina Spa, società che si occupa della gestione e della raccolta dei rifiuti nel trevigiano, al momento, tratta 1500 tonnellate di prodotti assorbenti all’anno. A regime, si stima, che l’impianto possa trattare 10000 tonnellate annue.
Altri impianti del genere sono e saranno in fase di realizzazione in Olanda, ad Amsterdam, ed in India.
Teodorani Fabbri, general manager di Fater, racconta, di Fater SMART, che oltre agli evidenti benefici ambientali, la possibilità di vendere le materie prime seconde renda anche economicamente conveniente l’investimento. L’idea è quella di sviluppare un “integrated biorefinery model” per la produzione di polimeri e biofertilizzanti partendo dalla frazione cellulosica recuperata.
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