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Il permafrost, le ‘fontane’ di metano e il riscaldamento globale

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Igor Semiletov, il principale scienziato a bordo di una nave che trasportava 65 scienziati in un viaggio di ricerca di 40 giorni, ha detto alla CNN via telefono satellitare di aver trovato quantità di metano nell’aria sul Mare della Siberia orientale fino a nove volte la media globale.

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Come è noto, il metano è un potente gas serra, con un potenziale di riscaldamento globale significativamente maggiore rispetto all’anidride carbonica. Secondo la NASA le emissioni di metano nell’Artico, alimentate dallo scioglimento del permafrost, sono un fattore trainante del cambiamento climatico.

Le fontane di metano

Lo scienziato russo ha dichiarato allarmato che è la prima volta che si rilevano delle concentrazioni di metano così alte. Inoltre, ha fatto notare che nelle missioni passate l’attraversamento dei ghiacci siberiano non era per niente facile. Mentre, quest’anno la traversata è stata comoda, con l’acqua che si “apriva” agevolmente al loro passaggio. Molto spesso inoltre hanno individuato colonne di gas, che lui ha definito ‘fontane di metano’, far gorgogliare paurosamente la superficie dell’acqua.

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Semiletov ha aggiunto di aver intrapreso da 30 a 35 spedizioni negli ultimi 15 anni, e che già in passato in un articolo su Science, aveva dimostrato il grave stato in cui versava il permafrost artico. Nei precedenti viaggi, Semiletov aveva riscontrato concentrazioni di metano fino 5 parti per milione nei siti monitorati, ben al di sopra della concentrazione media di metano nell’atmosfera di 1,7 parti per milione. Invece, durante questo viaggio, alcune delle misurazioni hanno raggiunto addirittura le 16 parti per milione.

L’effetto sul clima

Questo dato non è un fulmine a ciel sereno. Qualche mese fa la dottoressa Merrit Turetsky dell’University of Guelph aveva lanciato un autentico grido di allarme. L’ecologista canadese ha messo in guardia sul devastante impatto che il disciogliersi del permafrost potrebbe giocare nella partita del clima. Infatti, nel suo recente articolo su Nature ha dimostrato come il collasso dei terreni scongelati nell’Artico potrebbe raddoppiare il riscaldamento globale a causa dei gas serra rilasciati dalla tundra.

Riguardo il riscaldamento globale, Semiletov ha, però, detto che finora le crescenti emissioni di metano sono un “contributo significativo” al riscaldamento globale “, ma non catastrofico“. Tuttavia, “Il pubblico dovrebbe sapere che avrebbe un impatto sul clima nel prossimo futuro se ci fossero aumenti del tasso di degradazione del permafrost”.

Invece, Secondo, quanto emerso dalla conferenza Arctic Frontiers 2019, tenutasi a Tromsø, in Norvegia, il Mare di Barents avrebbe già oltrepassato il punto di non ritorno climatico ed ormai sarebbe troppo tardi per rimediare.