Il 3 e 4 Ottobre, nell’affascinante centro congressi dell’Università Federico II di Napoli, si è svolta l’edizione del 2019 del Forum Internazionale sull’industria Biotecnologica e sulla Bieconomia. Nell’Aula Magna del centro, dallo stupendo controsoffitto a cassettoni in legno e con una affascinante vista sul Castel dell’Ovo, si sono alternati sul podio rappresentanti di alcune aziende mondiali che fanno della ‘green economy’ e dell’ economia circolare la loro vision. Rappresentati di cluster industriali e scientifici che stanno creando le connessioni tra accademia e industria. E che permetteranno di superare i problemi che stiamo affrontando. Oltre a eminenti professori e ricercatori delle migliori università del mondo.
Il forum è organizzato da Assobiotec-Federchimica, SPRING (il cluster italiano di chimica verde) e InnovHub. Questa edizione si è avvalsa della collaborazione dell’Agenzia del Commercio Italiana, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e della Regione Campania. Dopo le key-notes introduttive, che hanno spaziato dall’utilizzo delle ‘foreste’ come base di una economia più verde e sostenibile a come rendere più appetibile per gli investitori un progetto ‘verde’. Inoltre si è introdotto il concetto di ‘Carbon smart’. Ovvero la gestione, l’utilizzo e il riciclo in maniera efficiente e sostenibile di ogni singolo atomo di carbonio di cui l’umanità ha bisogno.
La due giorni si è divise in tre grandi tematiche: Bio-industria, Energia e Ambiente, e AgroFood. Alla fine delle due giornate, inoltre, si sono svolte due interessantissime ‘tavole rotonde’ sul ruolo dell’educazione e quello della città nella bio-economia circolare. Moderate dal Professore Pasquale Falcone della Sapienza e Chris Patermann della Commissione Europea.
Particolarmente ispirante è stato il discorso della Dottoressa Jennifer Holmgren, CEO dell’azienda rivoluzionaria Lanzatech. Azienda che ha come obbiettivo quello di riciclare il carbonio che l’uomo emette nell’atmosfera sotto forma di CO2.
In maniera molto coinvolgente e stimolante ha esposto come la sua azienda, attraverso un profondissimo studio e sperimentazione sulla modifica genetica dei microorganismi, sia riuscita a mettere a punto dei processi flessibili e resilienti. Nei quali questi microorganismi sono in grado di trasformare l’anidride carbonica. Sia in etanolo che può essere utilizzato come combustibile che in altri composti chimici utili come l’acetone.
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