Articolo a cura di Andrea NEVI
La presentazione del progetto che ha ottenuto 800.000 euro di finanziamento dal MIUR, risultando tra i vincitori del bando PRIN 2017, si è tenuta nei locali di Pentima il 18 giugno scorso. A coordinare le ricerche è il professor Federico Rossi dell’Università degli Studi di Perugia, docente di Fisica Tecnica Ambientale al polo ingegneristico di Terni.
Il team di ricerca vede la collaborazione di altri tre atenei (Politecnico di Torino, Università di Camerino e Università di Ferrara) e dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste.
Il programma PRIN (Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) costituisce concretamente l’unico canale di finanziamento su scala nazionale per la ricerca. Sotto il patrocinio dei dicasteri dell’Istruzione e dell’Economia vengono stanziati fondi per la ricerca e lo sviluppo di progetti triennali che riguardano le aree di Scienze della vita (LS), Scienza fisiche, chimiche e ingegneristiche (PE) e Scienze sociali e umanistiche (SH). Per il bando del 2017, il precedente governo aveva messo a disposizione un budget di 391 milioni di euro, di cui 140 milioni per l’area PE.
Il nome del progetto, “Estrazione di metano e sequestro dell’anidride carbonica nei giacimenti di idrati di gas naturale“, è di per sé esplicativo. L’obiettivo del team di ricerca è mettere a punto una tecnologia innovativa per il recupero del gas naturale. Esso è presente nelle riserve di gas idrati nei fondali marini, e verrà recuperato tramite sostituzione con anidride carbonica. In tal modo si ridurrebbero significativamente le emissioni dovute alla produzione energetica.
Stando a quanto detto dal professor Rossi, “il progetto prevede una serie di attività, quali la sperimentazione sulla struttura a gas idrati, l’individuazione di un dispositivo per eseguire tali operazioni e la valutazione dell’impatto ambientale”.
Il progetto ricoprirà dunque un ruolo di rilievo nella fase di transizione dalle fonti energetiche convenzionali alle energie rinnovabili.
Sorto negli anni’60 come sede per attività di formazione di personale operaio, il complesso di Pentima, a Terni, diventa una succursale dell’Università degli Studi di Perugia nel 1991. Attualmente vi sono erogati i corsi di laurea triennale e magistrale in Ingegneria Industriale. Il polo presenta diversi laboratori, tra cui quelli per sperimentazioni sui materiali (LASTRU) e di caratterizzazione elettromagnetica (CEM).
Nonostante la strumentazione all’avanguardia, il polo di Pentima è stato penalizzato dal degrado a livello infrastrutturale negli ultimi venti anni. La vittoria del bando MIUR è un segnale importante della volontà di affermarsi da parte del polo e del corpo docente che vi insegna. Già lo scorso anno, con la nuova amministrazione locale, è stato concordato un progetto di ampliamento dell’area a vera e propria cittadella universitaria. Campus studentesco e centro studi per la tutela ambientale che si occupi di materiali per l’edilizia antisismica e di rischio idrogeologico.
Resta dunque da sperare che il progetto del professor Rossi faccia da propulsore alla riqualificazione del polo di Pentima. In un’ottica di miglioramento per l’università e per la città di Terni.
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