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Il consumo energetico degli uffici in Italia

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Lo scorso Maggio, Assoimmobiliare ed ENEA hanno pubblicato il report “Benchmark di consumo energetico degli edifici per uffici in Italia”. Si tratta di uno studio basato sull’analisi delle diagnosi energetiche di 123 utenze distribuite su tutto il territorio nazionale.

Il campione dell’analisi

I dati presi in considerazione nello studio sono riportati nelle diagnosi energetiche effettuate per edifici ad uso ufficio, estratti dal Portale Audit 102 di ENEA, che raccoglie i risultati delle diagnosi energetiche presentate dalle grandi imprese ed utenze energivore. Gli edifici valutati hanno un consumo annuo complessivo di circa 40000 tep (Tonnellate Equivalenti Petrolio) ed una superficie dei locali compresa tra gli 87 e 95000 metri quadri. Gli uffici risultano localizzati in tutta Italia: il 38% delle utenze è situato al Nord, il 51% al Centro e l’11% tra Sud e isole. Gli uffici si differenziano anche per le fonti energetiche utilizzate: il 70% impiega energia elettrica e gas naturale, la restante parte utilizza la sola fonte elettrica o altri mix energetici.

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Al fine di paragonare i consumi energetici delle varie utenze e rendere il campione più omogeneo, è stato deciso di escludere dal calcolo dei consumi quelli dovuti ad una peculiarità particolare dell’ufficio (ad esempio la presenza di mensa e cucine), seppur significativi in termini di energia assorbita. Per l’analisi sono quindi stati presi in considerazione solo i carichi di:

  • Climatizzazione: energia necessaria per il raffrescamento, il riscaldamento e il trattamento dell’aria, distinguendo il caso in cui l’energia elettrica è al solo servizio della climatizzazione estiva o anche invernale
  • Illuminazione: l’elettricità utilizzata per illuminare le aree ufficio e gli spazi di transito (corridoi, piazzole, ecc.)
  • Forza motrice (FEM): consumi di energia elettrica per l’alimentazione dei carichi informatici e altri apparecchi da ufficio (stampanti, schermi, proiettori), e i consumi non direttamente connessi all’attività d’ufficio (boiler, distributori di caffè, apparecchi di sala ristoro).

I risultati del report

Analizzando i dati, si osserva come la classifica dei carichi più energivori veda al primo posto la climatizzazione (57%), seguita dai consumi degli apparecchi FEM (25%) e dall’illuminazione (17%). Al fine di svincolare l’analisi dai fattori geografici e climatici, i consumi sono stati suddivisi sulle tre diverse porzioni geografiche. Dividendo i consumi delle tre utenze principali per le superficie dichiarate, si ottengono gli IPE (indici di prestazione energetica) riportati nella seguente figura. Per ognuno dei carichi analizzati, se gli IPE di sud e centro risultano allineati, il nord presenta variazioni significative.

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I maggiori consumi per la climatizzazione al nord sono probabilmente legati al fattore climatico. Per quanto riguarda la FEM, il consumo elevato potrebbe essere correlato alla maggiore densità d’uso degli spazi, con maggior diffusione di open space rispetto agli uffici singoli, giustificando anche il maggior consumo energetico per illuminazione.

Al fine di colmare la disomogeneità di approccio delle diagnosi energetiche per gli edifici ad uso ufficio, ENEA propone una modifica al foglio di calcolo impiegato per la raccolta delle informazioni principali delle diagnosi energetiche. Quindi, per gli edifici ad uso ufficio, sono stati definiti nuovi parametri di valutazione in grado di fornire uno standard nella classificazione dei consumi, in allineamento con le indicazioni fornite da Assoimmobiliare in questo documento del 2018.

E’ possibile consultare l’intero report qui.