La volontà di ridurre le emissioni di CO2 è il motore del processo di elettrificazione della mobilità. Senza considerare Tesla, tutte le major del settore automotive hanno, nella propria lineup, almeno un veicolo elettrico.
Mettendo da parte gli innumerevoli vantaggi di natura tecnica, quando si parla di veicoli elettrici si tende spesso a concentrare il focus sulla questione emissioni in fase di utilizzo e la relazione che esse hanno con l’energy mix (che rappresenta le fonti energetiche dalle quali viene prodotta l’elettricità disponibile sulla Grid). Come rule of thumb si può assumere che tanto più l’energy mix è dipendente da combustibili fossili, tanto minore sarà il beneficio in termini di emissioni evitate. Di contro, tanto maggiore è il contributo da rinnovabili all’energy mix, tanto maggiore è la riduzione di CO2 equivalente.
Una delle questioni di crescente importanza, in relazione all’utilizzo dei veicoli elettrici, riguarda le batterie. Al momento la tecnologia più utilizzata è quella legata alla chimica degli ioni di litio.
Quando queste batterie hanno perso il 20-30% di capacità rispetto al loro valore nominale, oppure la resistenza interna è aumentata del 30% rispetto al valore iniziale, non sono più utilizzabili per applicazioni automotive e vanno sostituite.
Le previsioni ci dicono che al 2030 il consumo annuo di batterie, per il settore automotive, sarà di, circa, 1300 GWh.
Questo valore diventa di circa 10000 GWh se si guarda ai forecast per il 2050. Per dare un’idea dell’ordine di grandezza, 1000 GWh equivalgono a circa 20 milioni di veicoli con un pacco batteria da 50 kWh (poco più di una Nissan Leaf). Nel giro di pochi anni, quindi, le riserve di litio sarebbero esaurite e le batterie a fine vita da avviare a recupero saranno un’enormità. È in ottica sostenibilità è quindi importante pensare già da ora alle possibilità di avviare a riciclo le LIBs EOL.
Cosa si fa attualmente in ottica di riciclo delle batterie? Non esistono processi standardizzati e quei pochi disponibili commercialmente sono tailor-made per la singola applicazione.
Questi processi di riciclo appartengono alla categoria dei processi metallurgici (idrometallurgia e pirometallurgia) e generano “una buona dose” di impatti ambientali. La supply chain, inoltre, non è ancora pronta a gestire il problema riciclo batterie.
La questione legata ai veicoli elettrici è più complessa e spinosa di quanto si possa pensare, soprattutto se la si guarda in ottica life cycle assessment (LCA). A seconda del paese in cui viene effettuata l’analisi i risultati possono cambiare drasticamente, rendendo più o meno utile la conversione della mobilità ad elettrica. E voi? Cosa ne pensate? Credete che i veicoli elettrici siano la soluzione definitiva per avvicinarsi all’idea di mobilità sostenibile oppure quella a loro legata è solo una fase transitoria? Il destino dei veicoli elettrici è quello di fare da comprimari ai tradizionali veicoli a combustione interna (ICE) Presto un approfondimento sui processi di idrometallurgia e pirometallurgia. Non mancate!
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