Nel 2004 due Fisici dell’Università di Manchester, Geim e Novoselov, hanno isolato per la prima volta un materiale dallo spessore di un singolo atomo: il grafene, ovvero un singolo piano grafitico. Questo “materiale delle meraviglie”, composto da un reticolo di atomi di carbonio disposti a nido d’ape, possiede incredibili proprietà chimico-fisiche, tra le quali una elevata resistenza chimica e meccanica e un’elevatissima conducibilità termica, maggiori di tutti gli altri materiali carboniosi.
Le sue proprietà e la sua eco-compatibilità lo rendono perfetto come riempitivo nei materiali compositi, per numerosi campi di applicazione, dall’aeronautica allo sport, dall’elettronica al packaging. È noto, ormai, che additivando anche piccole percentuali di grafene alle matrici polimeriche, si ottengono enormi miglioramenti sia dal punto di vista delle proprietà meccaniche che di quelle termo/chimiche. Primo esempio nel campo industriale, lo si ha solo nel 2014 quando la HEAD lancia sul mercato, la racchetta modello HEAD Graphene Prestige. Dopo la racchetta, si è atteso con ansia la definitiva esplosione del grafene sul mercato. Questa esplosione non sembrava essere ancora arrivata, per alcuni aspetti negativi del grafene, ovvero: il costo non trascurabile dei processi di produzione, la difficile scalabità di essi e la differenza tra le proprietà teoriche e quelle reali del grafene da produzione massiva.
Durante questa fase di ricerca sul grafene, è emersa la Directa-Plus di Giulio Cesareo, grande esperto di carbone e grafite, che sfruttando un brevetto per la produzione di grafene in soluzione acquosa, si è imposta come leader del mercato. Il frutto di questo brevetto, il cosiddetto G+®, è stato utilizzato da Direct-Plus insieme ad Iterchimica, azienda italiana da anni leader nel settore della pavimentazione stradale, per sviluppare un additivo eco sostenibile e riciclabile a base di grafene per asfalti, denominato Eco Pave. Secondo quanto affermato dai responsabili delle due aziende, la presenza di G+® produce un additivo sostenibile e tecnicamente avanzato che migliora significativamente le prestazioni dell’asfalto. Inoltre, le pavimentazioni stradali realizzate con asfalto contenente Eco Pave saranno riciclabili fino al 100 % evitando il conferimento in discarica del materiale esausto e l’estrazione di nuovo bitume. Dopo le varie ricerche di laboratorio, a fine 2018, Directa Plus e Iterchimica hanno annunciato che la prima strada ripavimentata con asfalto a base di grafene sarebbe stata italiana, più precisamente una sezione della Strada Provinciale Ardeatina di Roma. E tutti sappiamo quanto la città eterna abbia bisogno di un asfalto “eterno”. I primi risultati ‘su strada’ sembrano molto incoraggianti, e le aziende hanno comunicato che il supermodificante a base di grafene permette di migliorare le prestazioni dell’asfalto rendendolo così resistente, antismog e antighiaccio.
Seguendo l’onda complottistica, vi voglio lasciare con un piccolo giallo. Se si cercano le parole chiave ‘graphene’ ‘first’ ‘road’ ‘asphalt’ su Google, le prime pagine che restituisce la ricerca, non sono, come ci si aspetterebbe, quelle che parlano di Directa-Plus, Iterchimica e il loro Ecopave. Quello che si scopre è che quasi contemporaneamente un gruppo di ricercatori cinesi della Guangxi University e della Guangxi Zhenglu Machinery Technology Co hanno ripavimentato con asfalto a base di grafene il ponte di Nanning in Guangxi, dichiarando di essere i primi al mondo ad averlo fatto. In fin dei conti, non è importante chi ha posato il primo manto grafenico ma che, finalmente, questo materiale abbia lasciato i banchi di laboratorio e messo la freccia per inserirsi nella corsia industriale ad alta velocità.
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