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Il ponte sullo stretto… elettrico

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Articolo a cura di Vincenzo MALLEMACI

No, non stiamo parlando del tanto discusso ponte che collegherebbe Messina a Villa San Giovanni. Mentre la continuità territoriale tra la Sicilia e la penisola rimane ancora tema di dibattito, il collegamento elettrico migliora sempre più.

A quasi tre anni dalla sua inaugurazione, parliamo dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi.

Un collegamento all’avanguardia

Il 28 maggio 2016 viene inaugurato il nuovo collegamento elettrico tra la Sicilia e la Calabria: l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi. In sostituzione dell’ormai obsoleto cavo datato 1985, Terna (il gestore della rete di trasmissione dell’energia elettrica in Italia) ha realizzato una delle opere più all’avanguardia del panorama non solo europeo, ma mondiale.

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Linea a doppia terna. 6 cavi unipolari. 105 km totali di lunghezza, di cui 62 km di linea aerea e ben 38 km di cavo sottomarino collocato a più di 300 metri di profondità. Si tratta del più lungo cavo sottomarino in corrente alternata al mondo, un vero record per Terna e l’Italia. A completare 5 km di cavo terrestre.

La linea di trasmissione a 380 kV parte dalla stazione di Rizziconi (Reggio Calabria), prosegue verso quella di Scilla, posta a circa 600 m dal livello del mare, per poi giungere sull’altra sponda dello Stretto, alla stazione di Sorgente (San Filippo del Mela, Messina).

Obiettivi

Con un investimento di circa 700 milioni di euro e con al lavoro centinaia di tecnici specializzati, Terna ha puntato ad eliminare uno degli ultimi “colli di bottiglia” del sistema elettrico italiano. L’infrastruttura, infatti, garantisce una capacità di 1100 MW, ben 800 MW in più rispetto al vecchio collegamento, sempre soggetto a “congestione”, cioè saturazione della potenza massima trasferibile.

Il rischio di blackout si è ridotto drasticamente, con un aumento generale dell’affidabilità della rete elettrica e della sicurezza dell’approvvigionamento elettrico per l’isola.

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Secondo le previsioni iniziali, l’opera avrebbe permesso un risparmio di circa 600 milioni di euro l’anno per l’intero sistema elettrico. Infatti, pensando di risolvere il problema della congestione, ci si aspettava una maggior concorrenza da parte della Sicilia sul mercato elettrico, data la possibilità di trasferire più energia. Per adesso la riduzione dei costi c’è stata, ma non come ci aspettava.

Per ridurre il gap con la penisola e poter partecipare attivamente e in primo piano al mercato elettrico, l’affidabilità del collegamento è solo un tassello di un mosaico ben più grande. L’isola avrà bisogno di un più radicale miglioramento dell’intera produzione di energia elettrica, cercando di sfruttare tutte le risorse a disposizione.