Eolico in Italia, la competitività nei contratti di fornitura
Articolo a cura di Fabio CANNIZZARO
Nuovo impianto eolico in Italia
È recente la notizia che l’energia eolica di un impianto onshore (circa 200 GWh/anno) sarà acquistata da uno dei player mondiali del settore siderurgico. L’acquisto è previsto grazie ad un accordo tramite Ppa (Power Purchase Agreement) di 7 anni a prezzo fisso.
I contratti di fornitura elettrica “rinnovabile”
I Ppa si stanno affermando a livello mondiale come uno dei contratti di fornitura più efficaci per fornire certezza finanziaria agli sviluppatori di impianti a energie rinnovabili anche in assenza di incentivi.
Il libero mercato energetico italiano permette ai soggetti principali (produttori, consumatori e grossisti) l’adesione a diverse tipologie contrattuali di fornitura di energia elettrica. In particolare, le forniture nascono o per mezzo di aste FER o per mezzo di accordi bilaterali; questi ultimi, molto meno diffusi dei primi, consentono un rapporto univoco e diretto tra il produttore e il cliente.
L’adesione alla sopracitata tipologia contrattuale garantisce agli acquirenti energivori una protezione dalla volatilità dei prezzi. Inoltre, grazie alla competitività del fotovoltaico, gli energivori che aderiscono acquisiscono maggiore credibilità dimostrandosi favorevoli alle fonti rinnovabili.
Eolico come attore principale nel contesto energetico italiano
Le analisi di mercato riportano che l’eolico sta diventando sempre più competitivo. L’indice che viene spesso proposto è il Costo livellato dell’energia elettrica (LCOE- Levelized Cost Of Electricity).
Nell’immagine IRENA evidenzia un trend di decrescita del “wind LCOE” (LCOE legato all’energia eolica) nel periodo 2010-2017. Tuttavia, è evidente come il “PV LCOE” (LCOE legato all’energia fotovoltaica) rappresenti tutt’oggi un traguardo ancora lontano. Tale lontananza temporale è stata quantificata nella Sen che colloca nella prima metà del prossimo decennio il raggiungimento della competitività eolica “utility scale”. Energy Union Choices riporta che oggi il “PV LCOE” italiano è tra i più bassi in Europa (40 €/MWh) mentre il “wind LCOE” è circa 60 €/MWh. Il valore è relativamente alto rispetto ad altri paesi dell’UE, come Francia, Germania o Portogallo, che presentano LCOE nell’intervallo da 40 a 50 €/MWh.
In definitiva, la notizia riportata lascia la sensazione che in Italia ci possa essere una crescita dell’adesione a contratti bilaterali. I quali possono essere considerati capaci di far raggiungere e oltrepassare gli imprescindibili target del Piano energia e clima 2030.