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Sono tante le tecnologie che permettono di produrre energia attraverso il mare. Energia nascosta, di cui se ne parla poco, ma con una potenzialità gigantesca.

Si sono individuati diversi modi attraverso cui trarre l’energia derivante dal mare. Più che modi, forse sarebbe meglio dire risorse naturali. Parliamo, nella maggior parte dei casi, di onde, maree, correnti di marea, correnti marine, gradienti di temperatura, gradienti di salinità. Naturalmente, se siamo in un luogo chiuso, come può essere il Mar Mediterraneo, si ricava energia principalmente dalle correnti di marea e dalla differenza di salinità. Un paese che, invece, si affaccia su uno degli oceani, ha una potenzialità più alta di generare energia elettrica grazie a moti ondosi più significanti.

Dal 1986 la Commissione Europea sostiene le attività di ricerca e sviluppo sull’energia marina. Da allora sono state organizzate diverse conferenze sull’argomento. Tuttavia, lo sfruttamento della blue energy non è ancora totalmente decollato per motivi di costi (elevati) e, molte volte, di efficienze (basse). Ad oggi, neanche un GW di impianti energetici marini sono attualmente in funzione nel mondo, per lo più a scopo sperimentale.

Maree

L’energia dalle maree sfrutta, come saprete, la forza di attrazione gravitazionale della Luna sulla terra. La produzione richiede, però, la realizzazione di impianti di grandi dimensioni, come dighe o bacini di accumulo. E l’energia elettrica si ottiene grazie a delle turbine idrauliche che, durante la fase di bassa marea, attraverso un rilascio controllato dell’acqua, assicurano la produzione di notevoli quantitativi di energia.

Gradienti

Per ricavare energia si sfrutta la differenza di temperatura tra le acque marine superficiali (più calde) e quelle profonde (più fredde). La produzione avviene attraverso il cosiddetto ciclo di vapore OTEC (Ocean Thermal Energy Conversion). Quest’ultimo utilizza liquidi come l’ammoniaca che viene fatta evaporare (in superficie) e condensare (in profondità) producendo elettricità.

Correnti

Le correnti sottomarine sono, in pratica, sempre presenti nel mare. Si possono differenziare varie tipologie, ma le più interessanti ai fini energetici sono le correnti costanti e quelle di marea. Entrambe possono essere sfruttate grazie a turbine (come le pale eoliche), che sfruttano il fluido acqua in movimento, invece che l’aria. Le turbine ad asse verticali, a questo proposito, funzionano meglio per le correnti costanti marine, quelle ad asse orizzontale per le correnti di marea.

Onde

Il moto ondoso, provocato per lo più dal vento sulla superficie del mare, è caratterizzato da un’altissima densità energetica. Solitamente, la potenzialità del moto ondoso viene misurata in kW per metro (di fronte ondoso). Questa tecnologia ha il vantaggio di poter adottare soluzioni a basso impatto sull’ambiente marino; ma presenta non poche difficoltà, soprattutto legate all’irregolarità del moto ondoso, da forze bassissime, a eventi estremi (maremoti) che potrebbero danneggiare gli impianti di produzione.

Si stima, inoltre, che le tecnologie per l’utilizzo dell’energia marina porteranno ad una produzione di 3,6 GW entro il 2020 e 188 GW entro il 2050 nella sola Europa. Tanti gli investimenti, tante le ricerche scientifiche nel campo. Sicuramente c’è tanto da fare, ma la direzione è quella giusta.