“In vino veritas”: così recita il famoso proverbio latino. Ma oggi potremmo anche affermare che oltre alla verità, c’è anche energia.
È stato presentato lo scorso 10 Aprile al Vinitaly il progetto CHEERS dell’Università Ca Foscari Venezia. Esso consiste in una cella fotovoltaica realizzata con gli scarti del processo di vinificazione.
Il progetto è stato finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Fondo Sociale Europeo, gestito localmente dalla Regione Veneto. Gli altri partner del progetto sono Università degli Studi di Udine, Università di Malaga, Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia e Vinicola Serena srl.
“Alla base del progetto CHEERS , vi è l’idea di recuperare la feccia ottenuta dalla lavorazione e chiarificazione dei vini, valorizzando tale rifiuto da smaltire e impiegandolo per la costruzione di celle fotovoltaiche a colorante organico, le cosiddette celle di Gräetzel.”
– Elisa Moretti, professoressa di Chimica Inorganica al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi di Ca’ Foscari –
La cella di Grätzel (DSSC – Dye Sensitized Solar Cell) è una cella fotoelettrochimica. I due elettrodi sono costituiti da vetri conduttori, separati da biossido di titanio, dal materiale attivo e dalla soluzione elettrolitica. Il materiale attivo è costituito dal colorante organico (dye), proveniente dagli scarti del processo produttivo del vino. Esso assorbe i fotoni, permettendo il trasferimento di elettroni al semiconduttore, ovvero il biossido di titanio. Gli elettroni, attraverso il semiconduttore, raggiungono lo strato di ossido conduttivo presente sull’elettrodo di vetro. Chiudendo il circuito esterno si ha passaggio di corrente elettrica. La soluzione elettrolitica invece, costituita da iodio o ioduro di potassio, ha il compito di “restituire” al colorante l’elettrone che ha perso nel momento in cui ha assorbito il fotone (nella fase di ossidazione). In questo modo la cella è in grado di funzionare in maniera continuativa.
L’efficienza di queste celle si attesta intorno al 10%. Un vantaggio che queste celle hanno consiste nella capacità di funzionare anche in condizioni di cielo coperto e di poca luce. Capacità che le tradizionali celle al silicio non posseggono.
Secondo la Professoressa Moretti, tale tecnologia costituisce una valida alternativa al tradizionale fotovoltaico, soprattutto dal punto di vista delle modalità costruttive che puntano al riciclo e alla riduzione dell’impatto ambientale.
Delle celle di Grätzel vi abbiamo già parlato in occasione del loro utilizzo al Swisstech Convention Center: 300 m2 di facciata interamente ricoperti di celle di Grätzel. Il risultato: spettacolo di luci, e produzione di energia.
Esse non sono mancate neanche all’Expo di Milano, nel padiglione dell’Austria: l’installazione di celle sulla facciata di 90 m2. Produzione energetica: 24 kWh al giorno.
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