L’agenzia internazionale IEA (International Energy Agency) ha pubblicato da poco il World Energy Outlook 2018 (WEO-2018). In questo documento si analizzano tutte le tematiche energetiche, tra queste l’offerta e la domanda di fonti fossili (petrolio, gas e carbone), le tecnologie rinnovabili, i mercati elettrici, l’efficienza energetica, l’accesso all’energia, i sistemi di gestione smart della domanda, etc…
Da sempre l’IEA concentra i propri sforzi nel divulgare politiche energetiche che accrescano l’affidabilità, l’accessibilità economica e la sostenibilità del sistema energetico mondiale.
In particolare, le aree su cui l’agenzia pone massima attenzione sono: sicurezza energetica, sviluppo economico, consapevolezza delle problematiche ambientali, e coinvolgimento a livello mondiale.
Entrando più nel dettaglio, l’IEA vuole:
Nel documento a cui fa riferimento questo articolo vengono studiati tre scenari diversi.
Questo è il caso in cui i consumi e la produzione avviene in conformità con le – purtroppo – scarse politiche energetico-ambientali, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Nel documento si legge che “la quota di combustibili fossili all’interno della domanda energetica globale potrebbe passare dal 79% del 2025 al 78% nel 2040“, rimanendo in sostanza invariata. Evidenti sarebbero quindi le conseguenze sul pianeta, poiché si continuerebbero ad emettere in atmosfera circa 42 miliardi e mezzo di tonnellate di CO2 durante l’anno.
Quest’ultimo include tutte le politiche e tutti i target annunciati nei diversi paesi del mondo, seppur non ancora implementati. L’incremento della popolazione mondiale di 1,7 miliardi di persone, che si insedierà principalmente nelle aree urbane delle economie in via di sviluppo (Africa e Asia in primis), determinerà un aumento della domanda energetica mondiale di oltre un quarto da qui al 2040.
In questo caso viene studiata l’accelerata transizione verso fonti energetiche pulite. Essa mette il mondo sulla buona strada per conseguire gli obiettivi legati al cambiamento climatico, all’accesso universale all’energia e al miglioramento della qualità dell’aria nei centri urbani. Degno di nota potrebbe essere la quota delle rinnovabili sul mix elettrico che passerebbe dall’attuale 25% a circa due terzi nel 2040. Nella produzione di calore, la penetrazione rinnovabile passa dal 10% al 25%. Nei trasporti dal 3,5% al 19% includendo sia l’uso diretto che quello indiretto, come ad esempio l’elettricità generata da fonti rinnovabili.
Nella sintesi del documento ufficiale, viene sottolineata la crescente competitività del solare fotovoltaico, principalmente nello scenario SDS. Questa porterebbe la sua capacità installata a superare quella dell’eolico prima del 2025, e persino quella dell’idroelettrico attorno al 2030, e quella del carbone prima del 2040. Coerentemente con quanto appena scritto, verrebbe data una grossa spinta alla mobilità elettrica, al riscaldamento elettrico e all’accesso all’elettricità. La domanda, nello scenario sostenibile, aumenterebbe fino al 90% da qui al 2040.
La speranza, naturalmente, è che si faccia di tutto per incoraggiare lo scenario più sostenibile. Non è fantascienza. La tecnologia potrebbe diventare matura prima di quanto possiamo pensare. Quello che manca, al momento, è la volontà politica.
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