Fonte dell’articolo: The Vision
Il suo utilizzo è sempre più massiccio in numerevoli settori. Gli esperti prevedono un’impennata nella richiesta globale che potrebbe triplicare entro il 2025. Si tratta del coltan.
L’Enciclopedia Treccani definisce il coltan come segue: “Termine con cui, per contrazione, si identifica la columbo-tantalite, minerale nero metallico composto da columbite e tantalite. È una delle combinazioni in cui è possibile rintracciare il tantalio, metallo con cui si realizzano condensatori di piccole dimensioni ma molto efficienti “. Dotato di caratteristiche quali superconduttività e grande capacità di accumulo di cariche elettriche, esso è ampiamente utilizzato nell’elettronica su larga scala. Anche in ambito chirurgico non si escludono applicazioni (il coltan è usato per alcune protesi).
I giacimenti più noti si trovano in Congo, Ruanda e Burundi. Nell’ottobre 2018, però, il Venezuela ha inaugurato il più grande impianto di estrazione di coltan di tutto il Sudamerica. Il leader venezuelano Nicolas Maduro ha dichiarato che l’impianto avrebbe prodotto 7,8 milioni di dollari al giorno di introiti a beneficio della nazione.
Sebbene sia considerato un Paese fortemente in crisi, le ricchezze del Venezuela sono invidiabili. Oltre alla scoperta dei giacimenti di coltan, sono ben note (al resto del mondo) riserve di oro, oltre che le più grandi scorte petrolifere del pianeta. Instabilità politica e materie prime non fanno che destare l’attenzione degli altri paesi.
Già negli anni 90 la corsa all’accaparramento di questa risorsa ha causato numerosi conflitti tra i vari stati. In Africa si inasprì la tensione tra Congo, Ruanda e Burundi. In particolare, in Congo, l’estrazione del coltan ha causato danni all’ambiente. Questo perchè la costruzione di miniere e infrastrutture ad esse connesse ha richiesto abbattimento di foreste e riserve naturali.
Per quanto riguarda il Venezuela, gli Stati Uniti hanno appoggiato l’autoproclamazione a presidente di Guaidó. Forse perchè il deputato ha reso chiara l’intenzione di privatizzare la potentissima compagnia petrolifera statale, la Pdvsa? In Europa, la maggioranza degli Stati membri appoggia la linea dell’opposizione di Guaidò. Dall’Italia, nessuna notizia. L’interesse maggiore, però, è il coltan. Stati Uniti e Cina sono in aperta guerra commerciale anche su questo fronte. La Cina è in vantaggio, grazie ai suoi accordi commerciali con l’Australia. Le applicazioni vanno dall’estrazione mineraria agli impianti di lavorazione dei metalli, dalle Gigafactories, che producono batterie per le auto e per le reti elettriche, fino alla commercializzazione dei veicoli a zero emissioni.
Come già detto prima, la costruzione di miniere ha avuto come conseguenza l’uso illegale del suolo. La deforestazione ha causato danni alla foresta pluviale (in Congo, per esempio). Sul sito di ESA è possibile vedere immagini prese dal satellite del bacino del fiume Congo.
La presenza di uranio nel coltan rende in parte il materiale radioattivo. Questo si ripercuote sulla salute degli uomini costretti a lavorare nelle miniere. In Congo è scoppiata una vera e propria emergenza umanitaria, dovuto all’aumento di malattie tumorali.
Con la decarbonizzazione, cambiano anche le dinamiche, cambiano gli interessi dei vari Stati nella grande partita del futuro delle risorse energetiche. Sarà il Coltan il nuovo petrolio?
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