Da agosto 2018 Greta Thunberg, ragazza apparentemente come tante altre, salta la scuola ogni venerdì e, con il suo zaino e la sua bottiglia riutilizzabile in metallo, si pianta davanti al Riksdag a Stoccolma. Lo slogan è sempre lo stesso, e adesso lo conosce ormai mezzo mondo: Skolstrejk för klimatet o sciopero della scuola per il clima.
Greta Thunberg nasce a Stoccolma il 3 gennaio 2003. A quindici anni, dopo un’estate particolarmente calda, ha deciso di scioperare davanti al parlamento svedese. Per alcune settimane non è andata a scuola (fino alle elezioni nazionali di settembre 2018). La richiesta? Semplice. Una riduzione delle emissioni di anidride carbonica più importante rispetto al passato.
Da quel momento Greta Thunberg è diventata una delle attiviste per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico più intraprendenti in Europa e nel mondo. Si muove sempre e solo in treno, per emettere meno CO2 possibile.
Famosi i suoi due discorsi al COP24 di Katowice, Polonia, e a Davos, Svizzera, al World Economic Forum.
You only speak of green, eternal economic growth because you are too scared of being unpopular.
“Parlate di una (non ben specificata) crescita economica sostenibile ed eterna perché avete troppa paura di diventare impopolari”. Parole taglienti che hanno aperto il discorso fatto di fronte a tutti i delegati delle diverse nazioni da tutto il mondo, vedi il video a fine articolo.
E ancora:
Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi.
Celebre anche la sua “our house is on fire” o “la nostra casa sta andando a fuoco“. Esordio del suo breve, seppur graffiante, intervento al World Economic Forum, alla presenza dei rappresentanti dei governi mondiali.
Ultimamente ha anche parlato a Bruxelles, davanti a Junker, presidente dell’unione europea. Anche in questa occasione ha ribadito quanto sia importante almeno raddoppiare i tagli alle emissioni di anidride carbonica. E ha continuato, caparbia come sempre: “sappiamo che molti politici non vogliono parlare con noi. Bene, nemmeno noi vogliamo parlare con loro. Ma chiediamo loro di parlare con gli scienziati e di ascoltarli, perché noi stiamo solo ripetendo quello che stanno dicendo da decenni. Non abbiamo altri manifesti da difendere, ascoltare la scienza è la nostra richiesta“.
Dopo le elezioni svedesi, Greta Thunberg ha continuato a manifestare: pacifica ma irremovibile. E continua a farlo anche oggi. Il mondo intero ha gli occhi su di lei, e manifestazioni sono state organizzate nei Paesi Bassi, Germania, Finlandia, Danimarca, Australia, e ultimamente anche in Gran Bretagna, e, appunto, Parigi e Bruxelles.
Greta ha partecipato in prima persona al Rise for Climate davanti al parlamento europeo a Bruxelles; oltre che alla dichiarazione organizzata da Rebellion Extinction a Londra.
In Australia decine di migliaia di studenti, ispirati da Greta, hanno iniziato lo sciopero del venerdì in più di 30 città. Studenti e giovani cittadini sono scesi in piazza ignorando anche l’appello del loro Primo ministro Morrison, che aveva dichiarato pubblicamente “ciò che vogliamo è l’apprendimento nelle scuole e meno attivismo“.
In Gran Bretagna, negli ultimi giorni, in più di 60 città, si sono organizzati cortei con decine di migliaia di partecipanti, per lo più giovanissimi.
Come dice lei stessa: “ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente“.
E avverte che “non siamo venuti qui per pregare i leader a occuparsene. Tanto ci avete ignorato in passato e continuerete a ignorarci. Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”.
Molti ragazzi, giovani e meno giovani, la stanno ascoltando in tutto il mondo. Molti la stanno seguendo. Moltissimi si stanno mobilitando.
E noi, in Italia?
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