Articolo a cura di Alessandro PLANTAMURA
È possibile estrarre un minimo di 2000 litri di acqua al giorno, utilizzando esclusivamente fonti rinnovabili per l’alimentazione dell’intero processo, il tutto ad un costo che si mantenga al di sotto dei 2 centesimi per litro?
Questa è stata la sfida lanciata da Tata Group e Australia’s Aid Program, promotori del premio Water Abundance Xprize di 1,75 milioni di dollari. Ad aggiudicarsi il premio è stato un team di ricerca californiano, Skywater, che ha lavorato per due anni ad un sistema che rispondesse esattamente ai vincoli imposti.
Solo il 3% dell’acqua che ricopre l’intero pianeta risulta essere potabile. Questo dato è stato il punto di partenza e lo stimolo per uno dei due fondatori della startup californiana, David Hertz.
L’aria calda e umida dell’atmosfera entra in una camera di condensazione, dove è presente dell’aria più fredda. L’umidità si condensa e precipita all’interno di un serbatoio, sotto forma di goccioline d’acqua. Chiaramente l’intero processo è sottoposto ad un sistema di filtraggio dell’aria calda a monte ed un ulteriore filtraggio dell’acqua a valle, garantendo acqua potabile e fresca (caratteristica da non sottovalutare secondo il cofondatore Hertz).
Nulla di nuovo fino a questo punto. Sistemi del genere, infatti, erano già stati sperimentati ed applicati in altre circostanze. Il premio, però, è giustificato dalle prestazioni del dispositivo in questione. Risulta infatti difficile trovare sul mercato sistemi con una efficienza del genere (2000 litri d’acqua al giorno), completamente alimentati con energie rinnovabili, sfruttando, nello specifico, un sistema di gassificazione a biomassa.
Il gassificatore, alimentato con biomasse, bruciando le stesse, sarà in grado di fornire calore e vapore, utili al dispositivo Skywater, e bio-carbone come prodotto di scarto, riutilizzabile in agricoltura. Skywater, in conclusione, altro non è che l’unione virtuosa di due sistemi già esistenti, la cui combinazione garantisce maggiore efficienza per un prodotto finale più sostenibile.
Il motivo di una sfida del genere e, del tempo e delle energie dedicate alla stessa, nasce da un’esigenza mondiale, spesso sottovalutata. Oltre 2,2 miliardi di persone, infatti, non hanno accesso ad acqua potabile e, secondo le ultime stime dell’ONU, la fetta di popolazione che verserebbe in tali condizioni è destinata ad allargarsi, a causa dei continui cambiamenti climatici. Parallelamente a ciò, la ricerca non è ancora riuscita ad identificare un sistema sostenibile economicamente e che non si scontri con gli stessi vincoli ambientali.
Su questi presupposti, Skywater ha appena annunciato di voler continuare a sostenere e dare il proprio contributo in materia. La startup, infatti, ha già sottoscritto accordi e programmato un piano d’azione con altre associazioni no profit, nelle aree più critiche.
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