Il Pacific Garbage Screening (PGS) è un progetto creato dall’architetto tedesco Marcella Hansch. L’obiettivo è creare una piattaforma offshore in grado di dare una nuova vita alla plastica presente negli oceani. La plastica dispersa in mare, infatti, non può essere più riciclata facilmente, poiché l’acqua salata ne ha compromesso le caratteristiche fisico-chimiche.
Al momento, il progetto è in fase embrionale: è stata avviata una campagna di crowdfunding al fine di raccogliere cinque milioni di euro nei prossimi 5 anni.
L’idea dell’organizzazione no-profit è di realizzare una piattaforma galleggiante offshore alta, in totale, più 400 metri. La sua struttura permetterà di “filtrare” l’acqua del mare e raccogliere tutte le micro-plastiche presenti. La particolare forma della piattaforma “nascosta” sotto la superficie dell’acqua sarà tale da permettere una efficiente raccolta della plastiche disperse nell’oceano. Pur essendo meno densa dell’acqua marina, la plastica viene normalmente spinta a profondità anche superiori a 35 m a causa delle forti correnti oceaniche. La struttura visibile nella precedente figura consentirà di smorzare tali correnti permettendo alla plastica di tornare verso la superficie. Inoltre, non essendo impiegati supporti per l’ancoraggio o reti di alcuna tipologia, l’impatto della piattaforma sull’ecosistema marino risulterebbe trascurabile.
La plastica in mare oggi non è solo spazzatura ma è anche una risorsa. Perché contiene anche tracce di petrolio e sfruttarla in mare è la migliore soluzione possibile.
Vi sono varie ipotesi riguardo le modalità di impiego e riutilizzo della plastica così raccolta. Da una parte, si pensa di trasformare le micro-plastiche in un gas sintetico a base di idrogeno e CO2. La quota parte di idrogeno verrà impiegata come fonte di energia per rendere la piattaforma autosufficiente dal punto di vista energetico. L’anidride carbonica non verrà rilasciata in atmosfera ma sarà utilizzata per alimentare delle colture di alghe che saranno poi impiegate nella produzione di bio-plastiche.
Al momento, un team di ricercatori composto da 28 membri tra ingegneri, geologi e biologi è al lavoro sul progetto. I risultati delle ricerche condotte, paper scientifici e tesi di laurea, saranno utilizzati per provare ai possibili investitori la bontà dell’idea proposta. Le ricerche finora condotte si concentrano sullo studio dei movimenti delle plastiche negli oceani e sulle strategie esistenti per rimuoverle.
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