Tra poco gli italiani saranno chiamati alle urne per le elezioni politiche 2018. Tra i vari temi al centro del dibattito politico, ci concentreremo su energia e ambiente. Ad un passo dagli obiettivi del 2030 e in vista di quelli del 2050, l’energia riveste un ruolo fondamentale dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Energia rinnovabile, smart city, tutela dell’ambiente: sono questi gli argomenti che affronteremo per sommi capi citando i programmi elettorali dei principali partiti politici.
Lasciamo a voi lettori la possibilità di approfondire tali tematiche consultando le fonti ufficiali, ossia i programmi elettorali presenti nei link. Dopo il centro-sinistra, analizziamo gli obiettivi del Movimento 5 Stelle.
“Si parte dal risparmio e dall’efficienza energetica per arrivare a dare l’addio al carbone, petrolio e gas entro il 2050, coinvolgendo industria, agricoltura, trasporti e scelte individuali”. La transizione verso il 100% rinnovabile sarà sostenuta da centrali a gas naturale esistenti ma non verranno costruite nuove centrali alimentate da fonti fossili. In attesa di un interscambio di energia 100% rinnovabile tra i Paesi europei, il M5S si propone di eliminare le importazioni di energia elettrica entro il 2025. Ciò implicherebbe un aumento della domanda che andrebbe soddisfatta incrementando la produzione da rinnovabile, con il supporto dello stoccaggio (impianti di pompaggio, locale o domestico). Per arrivare a questo obiettivo si auspica anche che gli utenti diventino “prosumers” e che le imprese sul territorio “possano diventare produttori di energia rinnovabile e venderla a bacini ben identificati che si chiamano sistemi di distribuzione chiusa“, diventando proprietari e gestori di una piccola porzione della rete. Sulla scia di altri Paesi europei, inoltre, si dovrà “tassare l’energia in base all’inquinamento che produce”, premiando le industrie che utilizzano energia rinnovabile nei processi produttivi.
Il tema ambientale sarà alla base dello sviluppo dell’economia locale e una spinta per l’occupazione. Si tratta di “piccoli borghi da rivalutare, ridurre la produzione dei rifiuti, innovative politiche fiscali, fermare il consumo di suolo, la fondamentale importanza dell’acqua pubblica”.
Si punterà verso l’economia circolare per la riduzione dei rifiuti, partendo dalla riduzione degli imballaggi dei prodotti fino al potenziamento delle raccolte differenziate domiciliari. Saranno incentivate le “nuove tecnologie di recupero di materia a freddo oggi si può arrivare al recupero quasi completo di ogni tipo di rifiuto”.
Una particolare attenzione dev’essere rivolta alla salvaguardia terreno e del sottosuolo: no a perforazioni per pompaggio ed estrazione del metano, centrali geotermiche e trivellazioni in mare.
Il programma del M5S riguardante la mobilità si sviluppa su due fronti: da un lato disincentivare l’utilizzo di mezzi inquinanti e dall’altro spingere sulla mobilità elettrica. In primis, si aumenteranno la tassazione sull’acquisto di automobili con motori a combustione e le accise sul carburante. Il secondo punto viene affrontato con una serie di incentivi ai possessori di EVs (circolazione nelle ZTL, parcheggio gratuito sulle strisce blu gratuitamente, esenzione permanente del bollo) e attraverso il potenziamento delle infrastrutture a supporto della mobilità elettrica (colonnine di ricarica veloce, parcheggi “verdi” riservati agli EVs). Per il futuro “auspichiamo che la ricarica dell’auto elettrica possa essere gratuita.”
La mobilità urbana dovrà subire un profondo cambiamento, finalizzato alla riduzione dello smog e dei problemi ad esso collegati. “È necessario investire sul trasporto amico del clima, come le biciclette e le ferrovie. Lo Stato deve sostenere gli sforzi degli enti locali che vogliono puntare sulla mobilità dolce e investire di più nel trasporto pubblico e meno nelle grandi e inutili opere.”
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