Fiat Chrysler Automobiles (o FCA), tempo fa, ha presentato il proprio Bilancio di Sostenibilità [2016]. Nel suddetto documento si illustrano le attività Fiat volte alla promozione della transizione verso un’economia circolare. Tali attività contribuiscono al conseguimento degli Obiettivi al 2020 per lo Sviluppo Sostenibile promossi dall’ONU.
Particolare attenzione viene posta a tre diversi aspetti. Tutti di interesse diretto del nostro portale.
Generalità a parte, l’elemento più interessante, dal mio punto di vista, risiede prodotto finale che Fiat propone sul mercato automobilistico. Trattasi di veicoli che utilizzano il combustibile metano o, meglio ancora, il biometano. La discussione scientifica su quest’ultimo argomento è ancora accesa. C’è chi è convinto che l’idrogeno sia il futuro della locomozione, c’è chi afferma che senza il GPL non potrebbe avvenire una seria deviazione del mercato dei combustibili per trasporto verso fonti primarie più green. La Fiat sembra avere le idee chiare sull’argomento.
La chiarezza è data in primo luogo da un’intesa sulla ricerca tecnologia che Fiat Chrysler Automobiles ha firmato con Eni a novembre scorso. Qui si fa riferimento a molteplici azioni che le due società multinazionali svilupperanno nei prossimi anni. Ad esempio la collaborazione con diverse università italiane e straniere (MIT in testa). Oppure lo studio di tecnologie per l’assorbimento del gas naturale. Una delle azioni, però, mi pare più concreta e significativa delle altre, perlomeno sulla carta.
Non so chi di voi conosca Enjoy. Servizio a pagamento di Car Charing fondato da Eni e Fiat anni fa in città come Torino, Milano, Roma, Catania e Firenze. Da quanto di legge nel documento, Eni ha sviluppato una nuova benzina con il 20% di carburanti alternativi (15% di metanolo e 5% di bioetanolo). Fiat Chrysler Automobiles ha appena avviato la sperimentazione congiunta con FCA. Il nuovo carburante alimenterà cinque vetture Fiat 500 della flotta Enjoy, per un test di lunga durata. L’utilizzo della nuova benzina “green” è in grado di assicurare oltre il 4% di riduzione delle emissioni di CO2.
I risultati sono modesti, ma incoraggianti.
Le sperimentazioni tecnologiche timide, seppur incisive.
Ma è un inizio.
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