La stazione Mario Zucchelli, situata presso Baia Terra Nova in Antartide, è una base scientifica italiana operativa dal 1985. La stazione ospita il laboratorio scientifico del PNRA, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, finanziato dal MIUR che vede la collaborazione di ENEA e CNR in cui si svolge sostegno logistico alla base italo-francese Concordia e alla nave oceanografica Italica. Da oggi, grazie ad ENEA, il freddo vento dell’Antartide contribuirà ad alimentare le utenze della stazione.
La centrale eolica è stata progettata e realizzata da ENEA e fornita dall’azienda Ropatec srl di Bolzano in collaborazione con lo Studio Bissanti. L’impianto permetterà di produrre circa 63 MWh annui sfruttando i venti catabatici dell’Antartide.
L’impianto eolico comprende 3 generatori eolici SA40 da 10kW di altezza pari a 10 metri, ciascuno composto da un rotore di 7 metri e da turbine tri-pale di 5 metri ad asse verticale. I lavori per la realizzazione e l’installazione sono iniziati nel 2015 e si concluderanno con un avviamento sperimentale. Le particolari condizioni ambientali dell’Antartide hanno portato i progettisti a dover valutare attentamente i materiali e le apparecchiature da installare nell’impianto. Essi devono poter funzionare a temperature bassissime poiché nella zona si arrivano a toccare i -40°C! Le fondazioni per l’installazione delle turbine sono state oggetto di analisi geo-radar per permettere l’individuazione delle zone in cui fosse possibile garantire maggiore stabilità meccanica alle strutture. Le varie componenti della centrale eolica sono state trasferite alla base via mare, con la motonave oceanografica-cargo Italica.
ENEA sta proseguendo gli studi al fine di realizzare un sistema di monitoraggio e controllo da remoto in modo da “garantire l’ottimizzazione dei parametri funzionali, assicurare una gestione adeguata degli allarmi e l’eventuale messa in sicurezza dell’impianto in caso di malfunzionamento o guasto tecnico”, spiega l’ing. Francesco Pellegrino dell’ENEA.
Attualmente la stazione è servita da una centrale endotermica alimentata con Jet A-1, un combustibile fossile a cui viene aggiunto un inibitore di congelamento. L’impianto eolico sarà interconnesso alla centrale endotermica per permettere alle due fonti di alimentazione di lavorare in parallelo e soddisfare la richiesta di potenza della stazione, soprattutto durante il periodo dell’estate australe (ottobre-febbraio), quando i consumi energetici della stazione sono maggiori.
Durante l’inverno, quando la stazione non è presidiata, l’impianto eolico da solo riuscirà a fornire alla stazione tutta la potenza necessaria. L’energia sarà utilizzare per mantenere in funzione i sistemi di comunicazione satellitari, le stazioni scientifiche e il riscaldamento dei depositi di apparecchiature sensibili. In questo periodo, la centrale endotermica della stazione rimarrà in stand-by e verrà utilizzata quando la potenza utile dell’eolico non sarà sufficiente ad alimentare i servizi richiesti.
I venti catabatici dell’Anatartide, infatti, sono molto variabili e non sempre producono un effetto “utile” dal punto di vista energetico: essi infatti possono soffiare a velocità più basse rispetto alla velocità di cut-in o sotto forma di forti raffiche anche oltre i 185 km/h ben al di sopra della velocità di cut-off delle turbine.
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