Lo storage di energia rappresenta uno dei tasselli fondamentali per poter immaginare un Paese alimentato da energia rinnovabile. In realtà, il ruolo dei sistemi di accumulo, in particolare elettrochimici, potrebbe essere decisivo anche per l’esercizio e la sicurezza del Sistema Elettrico. Questo tema è stato affrontato in un workshop di Terna presso il Politecnico di Milano. Terna ha presentato i primi risultati di due progetti pilota atti a valutare il ruolo dello storage sulla rete.
I progetti pilota di Terna sono lo Storage Lab e il Large Scale Energy Storage. Essi prevedono l’installazione di sistemi di accumulo dell’energia in punti della rete strategici per garantire il corretto esercizio e la sicurezza del sistema.
Le FER (Fonti Energia Rinnovabile) sono, come sappiamo, non programmabili, ossia la potenza prodotta non può essere regolata come in una centrale termoelettrica convenzionale. Inoltre, venendo meno le grandi masse rotanti del generatori di centrale, le FER provocano una riduzione dell’inerzia del sistema elettrico. Tale problematica può diventare rilevante qualora vi siano improvvisi fuori-servizio o rapide variazioni della generazione da rinnovabile. Le batterie per applicazioni “power intensive” possono rappresentare un reale sostegno per la rete, poiché entrerebbero a far parte delle “unità generatrici” coinvolte nella regolazione primaria e secondaria della frequenza. Un’altra problematica derivante da un’ingente produzione da rinnovabile riguarda le congestioni di rete. Si parla di congestione di rete quando la potenza che va trasportata tra un punto A ed un punto B è maggiore rispetto alla potenza massima che può transitare su quella linea. Lo storage permetterebbe, quindi, di accumulare l’energia prodotta in eccesso utilizzando batterie “energy intensive”.
Questo primo progetto mira all’impiego di varie tecnologie di accumulo elettrochimico per 40 MW sulla rete AT di Sicilia e Sardegna. Il progetto prevede una prima fase di sperimentazione con l’installazione complessiva di circa 16 MW (8 MW in Sicilia e 8 MW in Sardegna) di diverse tecnologie di accumulo. Al termine delle fase di sperimentazione saranno quindi selezionate le tecnologie migliori per raggiungere i 40 MW prefissati. Questo progetto rientra nell’ambito del Piano di Difesa per la Sicurezza del Sistema Elettrico Nazionale 2012-2015. All’interno dello Storage Lab sono sviluppate le tecnologie lithium-based (5 tipologie diverse per un totale di 9,2 MW) e ZEBRA (3,4 MW e 2 tipologie) fino a raggiungere una capacità complessiva di 12,5 MW e 18,2 MWh. Inoltre, Terna sta lavorando anche sullo sviluppo di batterie a flusso e sistemi basati su supercapacitori.
Il secondo progetto pilota di Terna riguarda sistemi di accumulo “energy intensive”, in particolare le batterie NaS, al sodio zolfo. Questi sistemi presentano elevate capacità di accumulo rispetto alla potenza degli impianti. E’ stata prevista la realizzazione di tre impianti SANC (Sistema di Accumulo Non Convenzionale) per un totale di 35 MW di accumulo installati. Ognuno dei SANC sarà collegato ad una stazione MT/AT (20/150 kV). I tre siti previsti sono: Ginestra SANC nel comune di Castelfranco in Miscano e
Flumeri SANC, entrambe da 12 MW e 80 MWh, e Scampitella SANC, da 10,8 MW e 72 MWh. Attualmente i tre impianti SANC sono controllati da remoto. Lo scopo principale di questi impianti è ridurre le congestioni di rete dovute all’energia prodotta da fonti rinnovabili nella zona. Il progetto rientra nell’ambito del Piano dello Sviluppo 2011 della RTN.
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