La società del XXI secolo, si caratterizza per numerose contraddizioni. Tra queste: ricchezza e povertà, comunità e individualismo, informazione e disinformazione. Tuttavia, soprattutto in Italia, quando parliamo di riscaldamento globale tutti sembrano essere d’accordo: è colpa dell’Uomo.
E se quest’ultimo “postulato” non trovasse piena dimostrazione scientifica?
In questo articolo presenteremo le osservazioni mosse dal professor Antonino Zichichi contro tale postulato, ma anche le evidenze scientifiche che dimostrano come non sia possibile riabilitare il genere umano, ridimensionando del tutto il suo impatto sui cambiamenti climatici globali.
Numerose, infatti, sono le evidenze a supporto della tesi secondo la quale il surriscaldamento terrestre sia provocato dell’attività umana. Già in altri articoli, di fatti, abbiamo scritto di iniziative a supporto dell’ambiente in termini, ad esempio, di contenimento delle emissioni di CO2 (articoli di #BuildingCuE, #EnergyCuE, #FinanceCuE, #MarineCuE e #ScienceCuE).
In questo articolo, diversamente, vogliamo fornire ai nostri lettori alcuni elementi utili per farsi una propria opinione in merito al global warming: tra i rischi per il futuro dell’umanità e l’idea (complottistica?) di un business creato ad hoc. Per far ciò, abbiamo deciso di analizzare le dichiarazioni di uno dei più autorevoli sostenitori italiani della dicotomia tra inquinamento e riscaldamento globale.
Il professor Antonino Zichichi, fisico di fama mondiale nel campo della fisica delle particelle elementari, ha diretto il gruppo di ricerca che scoprì l’antideutone (un nucleo di antimateria, formato da un antiprotone e da un antineutrone). Tra le varie “battaglie” intraprese nel corso della sua decennale attività di divulgazione scientifica, ricordiamo quelle contro l’astrologia e il darwinismo.
Ed è proprio partendo dalla critica alla teoria darwiniana dell’evoluzionismo, definita “priva di sufficienti prove scientifiche e di una solida base matematica”, che vogliamo presentare il pensiero del professor Zichichi sul tema del riscaldamento globale.
Sulla base delle sue personali convinzioni, il professore ritiene un errore madornale fare confusione tra inquinamento e clima. Per quanto riguarda il primo, osserva lo stesso Zichichi, è evidente che l’immissione di veleni nell’atmosfera sia una colpa da imputare al genere umano e una battaglia da combattere in modo concreto. In riferimento al secondo tema, il clima, la posizione del professore cambia drasticamente.
I motori, definiti dallo stesso professor Zichichi, che concorrono alla evoluzione climatologica terrestre sono tre: la superficie liquida e quella solida della Terra, l’impatto dell’attività dell’essere umano.
Ipotizziamo che voi siate favorevoli alla tesi secondo la quale il riscaldamento globale sia causato dall’attività umana. Sareste della stessa opinione se fosse possibile dimostrare che solo il 10% del sopracitato riscaldamento fosse causato dalla mano dell’uomo? E se il restante 90% fosse dovuto ad effetti naturali quali: macchie solari, vulcani e raggi cosmici?
I modelli matematici che descrivono l’evoluzione del clima sono i principali obiettivi delle critiche di Zichichi. Essi vengono definiti come “privi di credibilità scientifica”. La ragione di tale affermazione risiede nella constatazione che l’evoluzione climatica planetaria sia dipendente da innumerevoli variabili e, perciò, non possa essere descritta – come invece dichiarano molti climatologi – utilizzando modelli matematici con un numero di parametri liberi spropositato rispetto alle sopracitate variabili. In sostanza, sentenzia il professor Zichichi, i climatologi sembrano aver dimenticato i dettami del padre della scienza moderna, Galileo Galielei: senza una conferma sperimentale, la matematica da sola non è lo strumento con cui possiamo dimostrare di avere torto o ragione.
Evidentemente, fornire una risposta definitiva su questo argomento non solo non è nelle nostre intenzioni, ma non è proprio alla nostra portata. Piuttosto, a differenza di quanto avviene spesso nella nostra società in cui il “monopensiero” spesso domina, il nostro invito è a dedicare maggior tempo alla ricerca ed alla raccolta di informazioni scientifiche (verificate!) e meno alla condivisione di teorie (più o meno verosimili) ideate da chissà chi.
Probabilmente, a ben vedere, la locuzione latina “in medio stat virtus” continua ad essere ignota a molti di noi. Con la seconda parte di questo articolo vi dimostreremo il perché.
Quando parliamo di global warming, il principio risale all’11 Dicembre 1997. In Giappone, Kyoto, 180 paesi firmarono l’impegno per “combattere” il pericolo del surriscaldamento del nostro pianeta tramite azioni ben precise e mirate.
Da allora il dibattito si è acceso, e mai più spento. Dibattito politico, economico e, purtroppo, anche scientifico. Diciamo “purtroppo” perché è sempre difficile – ed ambiguo – capire chi abbia ragione e/o torto quando il piano del confronto spazia tra mere opinioni soggettive e dati sperimentali e statistici.
Quando poi leggiamo che una delle menti scientifiche più autorevoli della nostra epoca, il professor Antonino Zichichi afferma che “ha fatto bene … Trump a NON firmare gli accordi sul clima sottoscritti a Parigi”, e che l’attività dell’uomo incide “ al massimo al 10%”, allora la confusione e l’ambiguità non possono che aumentare.
Proviamo, perciò, a rimanere sullo stesso piano. Se le precedenti affermazioni fossero veritiere, si potrebbe parimenti affermare che, nel caso in cui nove persone prima di me gettassero per terra una busta di plastica non biodegradabile, allora non sarebbe importante se io facessi lo stesso dal finestrino della mia auto? Semplicemente non è così. La natura è corresponsabile dell’aumento di temperatura del pianeta, ma è altrettanto vero che l’uomo – con le sue azioni – è il problema e non certo la soluzione.
Potremmo controbattere alle affermazioni di Zichichi con migliaia e migliaia di dati scientifici, ma le parole se le porta via il vento, sopratutto per chi non vuole ascoltare. Vi vogliamo, invece, mostrare questo video. Dura 26 secondi ed è più eloquente di milioni di discorsi sul clima, le temperature mondiali, etc…
Durante gli ultimi vent’anni il clima è cambiato e la responsabilità – checché ne dicano Zichichi o Trump – è anche, e soprattutto, dell’uomo.
In conclusione, proviamo a fare qualche passaggio logico in riferimento ai motori dell’evoluzione climatologica individuati dal professore: (1) l’oceano globale sta crescendo in volume sempre più. Questo dipende anche – e soprattutto – dallo scioglimento dei ghiacciai, il quale dipende, a sua volta, dall’aumento della temperatura terrestre, provocata anche dall’effetto serra, acuito dall’emissione in atmosfera di CO2 (oltre che tutti i restanti “inquinanti”); (2) la superficie solida terrestre sta diminuendo sempre più. Questo comporta la deforestazione selvaggia, di cui il primo – ed unico – responsabile è l’uomo; (3) l’attività umana, se condividete le precedenti osservazioni, non può essere responsabile solo al 10% dei cambiamenti climatici terrestri.
A questo punto, in quanto menti razionali, preghiamo i lettori di questo articolo e non – ora più che mai – di INFORMARSI. Non diamo mai niente per scontato. Una voce autorevole – in fisica delle particelle elementari se non altro – non vuol dire una voce giusta e sacra “a priori”. Come d’altra parte non vuol dire una voce sbagliata. Tuttavia nel caso specifico i dati parlano chiaro.
Zichichi scomoda Galileo Galilei a suo favore. Noi di Close-up Engineering, invece, diciamo: quale conferma sperimentale è più forte di quello che sta accadendo davanti ai nostri occhi ogni giorno. Pensiamoci.
Articolo a firma congiunta di Lorenzo Rubino e Leonardo Taronna
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