Si chiama Futur-e ed è il progetto lanciato da Enel per la riconversione di centrali elettriche dismesse. Nel programma sono coinvolti 23 impianti termoelettrici presenti sul territorio italiano. Lo scopo è quello di dare nuova vita a queste strutture, altrimenti destinate all’abbandono. Esse verranno, invece, convertite in un’opportunità di crescita e sviluppo per tutto il territorio. Il tutto nell’ottica della famigerata economia circolare, ossia un sistema in cui nulla si spreca e tutto si recupera.
Sono tante le iniziative avviate in questo senso: dalla Strategia energetica Nazionale 2017 al riciclo dei moduli fotovoltaici. Ovunque si fanno sforzi per riciclare e recuperare oggetti, spazi, fonti di energia e di sviluppo.
Futur-e nasce dall’esigenza di dare una nuova vita a centrali termoelettriche ormai obsolete. Con lo sviluppo delle fonti di produzione rinnovabile e di meccanismi di produzione più efficienti, si è assistito negli anni ad un calo della domanda elettrica nel nostro Paese, come possiamo osservare nell’immagine seguente. Da qui l’esigenza di riqualificare i numerosi impianti abbandonati o in via di dismissione. Come? Coinvolgendo attivamente la cittadinanza in proposte, idee e progetti sostenibili. Enel ha avviato bandi pubblici e concorsi di idee per ognuno dei 23 impianti coinvolti. Per garantire massima trasparenza alla presentazione e alla selezione dei progetti vincitori, Enel ha dedicato a Futur-e una sezione apposita del proprio sito web.
Gli impianti riqualificati ad oggi sono due, Porto Marghera e Assemini, quelli attualmente in vendita sono tre, Livorno, Camerata Picena e Carpi. L’ex centrale termoelettrica a carbone di Porto Marghera da 140 MW di produzione totale, operativa tra il 1926 e il 2012, è stata acquistata da tre soggetti industriali del luogo. Qui verranno installati nuovi impianti industriali e logistici, creando nuove opportunità economiche e lavorative per il territorio. L’impianto a turbogas di Assemini alimentato a gasolio per una potenza complessiva di 177 MW ha visto prolungare la sua vita produttiva per altri 5 anni, a partire dal 2015. Questo impianto si occuperà del servizio di compensazione sincrona della rete, impegnandosi a rispettare limiti emissivi di inquinanti inferiori.
Da poco è stata aperta la sesta procedura di Futur-e riguardante la centrale termoelettrica da 206 MW alimentata a olio-gas di Bari. Una curiosità in merito a questa centrale: durante il black-out del 28 settembre 2003 fu l’unica centrale Enel a rimanere sempre in servizio, permettendo di avviare la riaccensione delle altre centrali. Vedremo in futuro quale sarà la sua “nuova vita”…
Non solo Italia: l’idea di dare una nuova vita a centrali elettriche ed impianti industriali dismessi sta facendo il giro del mondo. Abbiamo esempi negli Stati Uniti, Cina, Inghilterra, Spagna, Germania. Molti di questi impianti sono stati riconvertiti in musei d’arte, centri polifunzionali o spazi ricreativi e culturali, a vantaggio del territorio e dei suoi cittadini. Basti pensare al Tate Museum di Londra: nella sua “prima vita” e sino al 1981 si chiamava Bankside Power Station ed era una centrale termoelettrica. In Italia, a Roma, abbiamo la Centrale Montemartini di Roma, diventata un museo già nel 1997.
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