Mettete un gruppo di giovaniitaliani che vanno negli Stati Uniti con un idea precisa: trasformare qualsiasi tipo di rifiuto organico in qualcosa di grande! Mettete che, arrivati in California, SiliconValley, riescano dopo anni e anni di sacrifici, studi e test applicativi a raggiungere il loro obiettivo. Bene, questa è la storia di un gruppo di sei ragazzi lombardi, oramai stabili a Redwood City, Stati uniti appunto. E’ la storia della start-up BIOFORCETECH Corporation.
Dal loro sito internet è chiaro la loro gamma di prodotti: un macchinario per la pirolisi, chiamato dai ragazzi P-FIVE Pyrolysis machine, e un BioDryer. Entrambi servono per dei processi specifici atti all’utilizzo dei rifiuti organici liquidi e solidi per produzione di energia o fertilizzanti.
La pirolisi è quel processo attraverso avviene la decomposizione di materiale organico con applicazione di calore senza aggiungere aria od ossigeno. Dal processo ne derivano il famoso syngas, bio-olio e biochar. Quest’ultimo viene raccolto e ri-utilizzato. Il gas, invece, è direttamente bruciato tramite in reattore ma senza fiamma. In questo modo è possibile raggiungere temperature di combustione più basse e quindi, ridurre le emissioni di NOx. Il processo totale è così auto sostenuto. In sostanza, parte del calore della combustione viene utilizzato per riscaldare – in ambiente privo di ossigeno – il materiale organico, così da iniziare il processo di pirolisi da cui il syngas è prodotto e, di conseguenza, bruciato. Monitoraggio dei processi chimico-biologici e della produzione di energia è facilmente attuabile tramite App, il che rende tutto il sistema ancora più efficace ed efficiente.
Nel secondo prodotto sviluppato dalla start-up avviene un secondo processo fondamentale. BioDryer è traducibile come bio-essiccatore. In sostanza qui avviene l’eliminazione della parte umida (quindi acqua) dei rifiuti biodegradabili. Nel tank si raggiunge facilmente la temperatura di 70 °C (in poche ore dall’azionamento), anche grazie al calore prodotto da miliardi di microrganismi che crescono e si riproducono. Una delle più grandi sfide, a detta dei progettisti, è stata quella di rendere tutto il processo di essiccazione automatico e duraturo. BioDryer è stato pensato e costruito per durare parecchi anni con il minor grado possibile di manutenzione. Inoltre la sensoristica aggiunta ha permesso di elevare il grado di automatismo nel processo.
Criticità sul fotovoltaico: le tasse a carico dei cittadini che ricorrono a questo tipo di…
Vuoi dire addio al bollo dell'auto? Se rispetti questi requisiti puoi smettere di pagarlo da…
Una buona notizia dal mondo delle pensioni. Da gennaio del prossimo anni saliranno molto, e…
Con la dichiarazione dei redditi questa spesa la detrai e ti danno subito 1750 euro…
Prendere la patente non è mai stato così conveniente: arriva il bonus, ti regalano fino…
Buone notizie per gli italiani che percepiscono la pensione di invalidità: importanti aumenti in arrivo…