In data Venerdì 5 Maggio 2017 la commissione giovani dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Torino (ecco la pagina Facebook, se siete interessati) ha organizzato un interessante incontro intitolato #StartmeUP. Onore a Gaia Gandione per l’organizzazione e a tutta la commissione per il lavoro svolto.
La serata ha avuto come focus la definizione di Start Up ed alcuni esempi prestigiosi di successo raccontati direttamente dai relativi protagonisti. In particolare, la prima parte della serata è stata caratterizzata da piccoli interventi da parte di esperti manageriali e di finanza su argomenti come incubatori, acceleratori e fund raising; la seconda parte, invece, ha avuto come attori principali ragazzi – non più grandi di me – che hanno raccontato la loro esperienza aziendale e i loro prodotti innovativi.
La serata è cominciata, come da rito, con i saluti del coordinatore della Commissione Giovani Santo La Ferlita e del delegato Network Giovani Ingegneri d’Italia Marco Cantavenna. La prima parte del seminario è iniziata con Riccardo Ruscalla, il quale ha spiegato al pubblico temi di cui sentiamo spesso parlare quali Fintech, Ai, IoT e Robotica spinta; inoltre, essendo l’inventore e lo sviluppatore del progetto di Confindustria (dove Ruscalla lavora) G.I. Start-up Contest, ci è anche stato spiegato come è possibile accedere alla gara avendo idee innovative in diversi campi. Se volete potete dare un occhiata QUI per maggiori informazioni. A seguire c’è stato un interessante intervento di Nicola Garelli (amministratore di BCG e uno dei fondatori di i-Starter). La domanda che ci ha presentato è semplice: perché e come il concetto di Start Up può interessare noi ingegneri? Le risposte potrebbero essere molteplici, tuttavia Garelli si è concentrato su due aspetti: le start up sono micro-realtà che possono facilmente aprirci gli occhi su come si sta muovendo il mondo e, inoltre, per molti sono da considerare come opportunità di business innovative che si traducono spesso (se ben studiate) in più produttività e più efficienza.
Il nuovo concetto di azienda va oltre l’unico cliente (biunivocità o o addirittura tri-univocità). Ormai, tutte le grandi società innovative, lavorano su due (o più) fronti. Alcuni esempi? Facebook che lavora per noi utenti (che siamo i veri utilizzatori della piattaforma e quindi i clienti) e per chi decide di inserire pubblicità (aziende) o chi paga per avere i dati lasciati da noi utenti. Un altro dato che ci fa riflettere è la velocità di business: ritornando alla piattaforma social per eccellenza (Facebook), ad esempio, ha ottenuto 50 milioni di utenti in circa 3 anni e 8 mesi, WhatsApp in circa 2 anni e, in ultimo, Pokemon Go circa due settimane! Di certo la velocità dell’imposizione sul mercato non è un fattore che si traduce in durabilità del business, ma, d’altra parte, è un aspetto fondamentale da non sottovalutare. L’ultima parte della prima sezione è stata conclusa da Guglielmo Gori. Quest’ultimo ha raccontato la sua esperienza nella Social Innovation o Innovazione Sociale, che non tratta solo di prodotti, modelli, servizi ma soprattutto di processi sociali e aziendali che aiutano ad ottimizzare tutti gli aspetti di compagnie, indipendentemente dalla grandezza delle stesse.
La seconda ed ultima parte della conferenza si è conclusa con interventi specifici di Start Up che ce l’hanno fatta! Molte sono state le esperienze raccontate e i consigli raccolti: da Ales Tech, di cui ci siamo già occupati in passato, a 3doers passando per Viniexport.
Non perdetevi il prossimo incontro organizzato dalla Commissione con tema Inarcassa (a breve l’evento e iscrizione QUI).
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