Milano. 1 Dicembre 2016. Si è tenuta, come ogni anno a partire dal 2010, la conferenza di Enermanagement organizzata dal FIRE o Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia. L’evento è stato possibile, anche, grazie ai vari sponsor intervenuti con esempi pratici in differenti contesti operativi: dal monitoraggio dei consumi di energia alle redazioni di diagnosi energetiche, per passare dai finanziamenti di istituti di credito, non sempre facili da trovare.
Gli spunti sono stati tanti e gli interventi numerosi. Sul sito dell’evento si leggono quelli che sono stati i focus della giornata: anticipare le tendenze del mercato dell’efficienza energetica, offrire spunti e opportunità di business ai partecipanti, facilitare l’incontro tra le varie categorie di operatori di settore. […] La conferenza […] si rivolge sia all’industria, sia al settore civile, e affronta il tema fondamentale della competitività. Coniugare l’efficienza energetica e la gestione delle risorse con il core business è stato fin dall’inizio uno dei temi portanti di Enermanagement.
Il presidente del FIRE Dario Di Santo, il quale ha uno dei blog più attivi sul tema energia, efficienza energetica e normativa italiana di settore, col suo intervento introduttivo ha lanciato due domande: cos’è l’efficienza energetica? e, per quanto mi riguarda, la più importante:
come convincere le persone (e/o le aziende) a investire in efficienza energetica?
Sorvolando sulla definizione di Efficienza Energetica, poiché ne abbiamo già parlato in diverse occasioni, anche su questo sito, vorrei invece concentrarmi sulla parte in rosso. Convincere le persone, pur sembrando un tema/problema vuoto, è più che mai attuale. Un prodotto (o un servizio) è valido se esiste un mercato pronto ad accoglierlo. Oggi, in Italia, il mercato dell’efficienza energetica non è pronto, non è maturo. Di chi è la responsabilità? Potremmo dare la colpa agli utenti (o ai potenziali utenti) e alla loro ignoranza in materia o, invece, in quanto tecnici, potremmo assumerci la responsabilità di istruire le persone intorno a noi!
Come ho scritto in precedenza, sono stati tanti gli spunti che ho acquisito nella giornata di ieri e, successivamente, elaborato. Con questo breve articolo vorrei condividerli con Voi.
Il Dott. Trianni (Politecnico di Milano), per esempio, ha parlato di efficienza energetica come una leva per, poi, fare efficienza da tutti i punti di vista. Un primo passo che porta all’ottimizzazione completa della nostra azienda (o casa o servizio o prodotto) non solo intesa come diminuzione dei consumi energetici, bensì anche ottimizzazione dei processi, spazi, manutenzione, risorse umane, ambiente, finanze… Il Dott. Fontana (Carrefour) ci ha raccontato delle buone pratiche della sua compagnia, e, tra le tante, ve ne accenno una molto interessante: in Francia (dove la catena di supermercati ha sede) hanno elaborato un progetto secondo cui tutti (o quasi tutti) i rifiuti organici dei supermercati vengono (RI)utilizzati per la produzione di biometano. Esso viene, poi, usato come carburante nei camion della società per i trasporti di materiali e beni alimentari: il tutto a impatto ambientale in sostanza nullo. A questo proposito, denuncio qui ancora una volta la mancanza di una normativa seria e puntuale sulla produzione e distribuzione di biometano in Italia, che i tecnici e alcuni imprenditori aspettano da anni.
Il Dott. Biele (FIRE) ha, invece, focalizzato il suo intervento sui TEE (Titoli di Efficienza Energetica) e sul conto termico 2.0. Quest’ultimo – dati di Novembre 2016 – è stato utilizzato al 10%. Il che significa che dei 900 milioni messi a disposizione dallo Stato Italiano per incentivare la produzione termica da fonti efficienti e/o rinnovabili e l’isolamento termico delle pubbliche amministrazioni e di edifici privati, solo 90 milioni sono stati accettati. Quindi, se da una parte il mercato non è maturo, dall’altra sappiamo che gli strumenti ci sono già, ma nessuno li utilizza. Il Dott. Locati (Fedabo) ha raccontato un altro dato interessante: le certificazioni ISO 50001 sono più che raddoppiate tra il 2014 e il 2015 con la Germania (come sempre) in testa alla classifica – con più della metà delle certificazioni mondiali – e l’Italia, comunque, nella top four. Significante che nazioni come India e Cina siano, comunque, avanti rispetto nazioni occidentali quali gli Stati Uniti, per esempio.
Per concludere, vorrei solo far presente ai lettori che, mentre in Francia e Germania, come ci ha spiegato il Dott. De Francqueville (Metron), si parla già di ESCo 2.0; in Italia siamo fermi. Perché? Uno dei motivi lo ha accennato il Dott. Gitto (DBA), dicendo alla platea, e non solo, che purtroppo “se le aziende e i privati non sono obbligati a fare diagnosi energetiche…” (o qualunque altra azione migliorativa, aggiungerei), “…non la faranno mai”. Tante possono essere le motivazioni: ignoranza, pigrizia o semplicemente disinteresse. Tuttavia ribadisco la nostra responsabilità, in quanto tecnici del settore, all’educare, e deve essere questo il primo passo…
A questo link è possibile iscriversi e associarsi al FIRE, se volete.
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