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Articolo a cura di Noemi D’Agostino
Dall’Università degli Studi di Palermo il primo prototipo sperimentale per la produzione di energia elettrica dalle saline di Trapani. L’importante ricerca condotta da un team dell’Università di Palermo ha portato ad uno dei risultati più sorprendenti degli ultimi anni nel campo.
Se prima accendere una lampadina con sola acqua salata era semplicemente un’idea, adesso è diventata realtà. Infatti, grazie alla tecnologia dell’elettrodialisi inversa, i ricercatori, i professori e i tesisti del dipartimento di ingegneria dell’università di Palermo, di cui responsabile scientifico è il Dottor Giorgio Micale, sono riusciti ad ottenere energia elettrica da soluzioni a differente concentrazione salina, comunemente dette gradienti salini.
Innanzitutto soffermiamoci sull’elettrodialisi inversa: è un processo di laboratorio che consiste nell’applicare una differenza di potenziale tra membrane catodiche ed anodiche che permettono di allontanare i sali dalle soluzioni saline. L’esperimento è stato reso possibile grazie all’impiego di membrane speciali messe a punto da Fuijfilm per il progetto europeo Fp7 ReaPower. L’energia generata per mezzo dei gradienti salini ha impatto ambientale pari a zero ed, in tempi di crisi, è una delle soluzioni migliori e rivoluzionarie a livello mondiale.
Inoltre l’Università degli Studi di Palermo è stata anche la prima a sperimentare la tecnologia di elettrodialisi inversa per mezzo di un impianto pilota. Il prototipo riesce a generare una potenza pari a 1 kW, praticamente quasi quanta energia impieghiamo comunemente per illuminare la nostra casa. Insomma una grande scoperta italiana che apre le frontiere dell’innovazione e della sostenibilità ambientale.
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